La
lanterna magica e altre invenzioni
Quando
guardiamo un cartone animato o un film di animazione non ci rendiamo conto di
quanto questo genere di pellicole che, apparentemente, potrebbero apparire di
recente invenzione, abbiano invece unorigine lontana. I primi esempi di
cartoni animati sono infatti molto più antichi di quelli del cinema tradizionale
e risalgono addirittura alla fine del 1600. I primi esperimenti ottici che preparavano
alla nascita dei cinema di animazione, risalgono al 1675 quando il gesuita e filosofo
tedesco Athanasius Kircher, secondo la tradizione comune, inventò la lanterna
magica, il primo esempio di proiettore di immagini fisse. Grazie alla sua
invenzione era possibile proiettare su vetri trasparenti pitture e disegni ingranditi
utilizzando una fonte di luce come lanterne a petrolio o semplici candele. La
lanterna magica conquistò tutti e si diffuse in tutto il mondo
nel giro di pochissimo tempo, da allora furono inventati moltissimi strumenti
che porteranno alla nascita ufficiale del cinema di animazione nel 1892, con quello
che è considerato il primo animatore della storia: Émile
Reynaud con il teatro ottico.
Prima
di arrivare a questo, però, ci sono state altre invenzioni. La prima risale
al 1824 e si chiamava taumatropio che era fatto da un cartone con un disegno su
entrambe le facce che, se fatto girare velocemente, dava limpressione del
movimento delle figure come nei cartoni animati, dovuto alla sovrapposizione dei
disegni.
Nel
1831, fu inventato il fenachistiscopio che, in realtà, era il risultato
dellunione di 2 prototipi: il fantascopio di Joseph Plateau e lo stroboscopio
di Simon von Stampler. Il fenachistiscopio era costituito da 2 dischi uniti, su
un lato cera disegnato un circolo di figure simili, mentre sullaltro
cerano delle fessure, bastava ruotarlo di fronte ad uno specchio con laiuto
di un bastone, per vedere una piccola sequenza a cartoni animati.
La
strada, però, è ancora lunga anche se nel 1834 si fa un significativo
passo avanti con linvenzione dello zootropio ad opera di William Horner,
si tratta di una macchina a forma di cilindro al cui interno cera una striscia
di carta con dei disegni di piccole dimensioni. Il cilindro aveva delle piccole
fessure ognuna delle quali corrisponde ad uno dei disegni e, così, guardando
nelle fessure e girando il cilindro, era possibile osservare una breve scena animata.
Linvenzione di Horner presentava alcuni difetti, perché le immagini
apparivano più sottili di come erano in realtà, pertanto si dovette
aspettare linvenzione di Émile Reynaud del prassinoscopio (1877)
per risolvere questo inconveniente.
Il
teatro ottico di Émile Reynaud
Linvenzione
di Reynaud aveva allinterno un prisma di specchi posizionati in diverse
angolazioni che, sostituendo le fessure, riflettevano le immagini e permettevano
una visione più chiara.
Prima del prassinoscopio, però, nel
1868 fu inventato il cineografo, una specie di piccolo libro con tutte le pagine
disegnate e bastava sfogliarlo molto velocemente per vedere una sequenza animata.
Nel 1892, finalmente, si arrivò al teatro ottico di Reynaud che, dopo tanti
esperimenti, migliorò la sua ultima invenzione aggiungendo delle strisce
disegnate più lunghe e un proiettore per pareti. In realtà questo
dispositivo fu inventato 3 anni prima ma il geniale Reynaud lo mostrò per
la prima volta nel 1892 a Parigi dove ci fu uno spettacolo di immagini in movimento.
Questo accade 3 anni prima delle proiezioni dei Lumière, facendo di Reynaud
il precursore del cinema di animazione.
L'invenzione
del cinematografo
Quelli che, però, sono considerati i veri inventori del cinematografo sono
i fratelli francesi, imprenditori di professione ma aspiranti registi per passione.
Auguste e Louis Lumière nel 1894 brevettarono il primo proiettore cinematografico,
che faceva contemporaneamente da camera e da proiettore mettendo in ombra le invenzioni
di tutti i loro predecessori. La macchina non funzionava più con strisce
di carta disegnate, ma con una pellicola fotografica vera e propria. Lanno
successivo, nel marzo del 1895, veniva girato il primo film documentario realizzato
con questa macchina e si intitolava La sortie des usines Lumière;
mentre il primo spettacolo con pubblico pagante si svolse a Parigi nel dicembre
successivo. Girarono diverse città con la loro invenzione e le loro proiezioni:
da Le Repas de bébé a L'arrivée d'un train
en gare de la Ciotat, passando al primo esempio di film comico con
la farsa L'arroseur arrosé. Viaggiarono da Londra a New York
influenzando notevolmente e rapidamente la cultura e la società del tempo
e conquistando tutti.
Gli
effetti speciali di Georges Jean Méliès
Il cinema danimazione, ha però 3 padri, infatti oltre ai fratelli
Lumiere, diede un grande contributo un altro francese: Georges Jean Méliès.
Il regista ed illusionista può essere considerato come il primo inventore
degli effetti speciali e anche di molte innovazioni narrative e tecniche, come
il montaggio che, secondo la sua biografia (forse un po troppo romanzata)
scoprì per caso. Le creazioni artistiche di Méliès si differenziavano
dalle precedenti, perché raccontavano attraverso il mezzo visibile e realistico
della fotografica in movimento, realtà e mondi fantastici che prima di
allora erano stati raccontati soltanto nella letteratura. Il suo obiettivo principale
non era tanto raccontare storie con una trama di fondo, ma era sbalordire il pubblico
con la realizzazione di effetti speciali, che raccontavano storie incredibili
ed impossibili. Nel giro di una ventina di anni girò moltissimi film di
questo genere, il più noto è sicuramente "Le Voyage dans la
Lune, del 1902, che, come altre sue pellicole, è considerato lantenato
dei film di fantascienza; mentre Le manoir du diable del 1896 sembra
aver dato vita al genere horror. Fino alla vigilia della prima guerra mondiale,
il successo del regista francese fu enorme tanto da influenzare tutti gli altri.
Il
primo cartone animato di Emile Cohl
Per
il primo vero cartone animato moderno della storia, invece, dobbiamo aspettare
il 1908 quando il francese Emile Cohl diede vita al personaggio di Fantôche,
piccolo clown protagonista di Fantasmagorie. Questo primo esempio
di cartone animato completo aveva una durata breve, solo un paio di minuti, ma
il lavoro che aveva richiesto era stato lungo ed elaborato: circa 3 mesi di lavorazione.
Era composto da 700 disegni realizzati su foglio bianco con inchiostro nero che
vennero sviluppati in negativo per creare leffetto lavagna, secondo una
tecnica che era già stata usata 2 anni prima. Cohl, però, non ha
mai depositato il brevetto della sua invenzione, ma ha sempre lavorato da solo
e questo, naturalmente, ha fatto sì che fosse superato dalla tecnologia
americana che si ispirò alle sua creazioni durante il suo soggiorno in
quel Paese. Nonostante la sua importante invenzione, morì in miseria e
senza i dovuti riconoscimenti, anche se negli ultimi anni è stato ricordato
più volte: nel 1988, anno del 50° anniversario della morte, con una
mostra in suo onore a Montreal; e in alcune occasioni al Festival del cinema di
animazione di Annecy. Emile Cohl in totale realizzò 300 film.
Il
gatto Felix di Pat Sullivan
Ovviamente la storia del cartone animato e del cinema di animazione, come possiamo
immaginare, non si sviluppa soltanto in Europa ma anche oltreoceano, anche grazie
ai periodi che i nuovi registi europei trascorsero in America. E quando
si parla di Stati Uniti e cartoni animati il nome e che viene subito in mente
è quello di Walt Disney ma, in realtà, ci furono prima anche altri
personaggi che diedero un importante contributo a questo mondo magico. Nella produzione
americana si devono ricordare 2 importanti protagonisti e le loro opere (anni
20): Pat Sullivan con la serie "Felix
the Cat e i fratelli Max e Dave Fleischer con le serie Popeye
the Sailor, "Betty Boop", Ko-Ko.
Caratteristica
delle produzioni di questi registi era la mancanza del sonoro. Pat Sullivan ebbe
una vita ed una carriera abbastanza travagliate, non si fece mancare niente: una
controversia per lattribuzione del cartone animato Felix the Cat,
9 mesi di carcere e per finire, la morte a soli 46 anni per polmonite ed alcolismo.
DallAustralia arrivò giovanissimo in America e si mise a lavorare
come assistente di un altro animatore. Dopo alcune esperienze creative (realizzò
due strisce a fumetti "Willing Waldo e Old Pop Perkins)
e lavorative in altri studi, nel 1916 aprì uno studio suo e creò
un cartone animato, intitolato Sammy Johnsin, a cui aveva già
cominciato a lavorare anni prima.
Nel 1919, finalmente, arrivò la
serie animata Felix the Cat che raccontava le vicende surreali e divertenti
di un gattino nero alle prese con tutto quello che può capitare nella vita
di tutti i giorni. Il gatto comparve in "Feline Follies che diede inizio
alla serie di Felix e il successo di pubblico fu enorme, sia grazie alla storia
ma anche grazie alla qualità tecnica impiegata e Felix divenne una vera
stella del mondo dei cartoni animati negli anni del cinema muto. Anche il pubblico
italiano lo conobbe grazie al Corriere dei piccoli che pubblicava
le sue avventure dandogli, però, il nome di Mio Mao.
Se da un lato
Sullivan non dovette preoccuparsi perché la sua creazione era vincente,
dallaltro ebbe diversi problemi poiché lanimatore della serie,
Otto Messmer, dopo la sua morte rivendicò la paternità del gatto.
Ci fu anche un ricorso e ancora oggi non si è potuta stabilire la verità,
infatti alcuni sostengono che il film di Sullivan del 1917, dal titolo The
Tail of Thomas Kat, sarebbe un prototipo di Felix e questo avvalora la tesi
che sia lui il vero padre, come del resto si è dimostrato che la grafia
in "Feline Follies era sua e non di Messmer. Se cè ancora
qualche dubbio su chi abbia realmente inventato la serie non ci sono dubbi su
chi, invece, ne abbia causato il declino, sicuramente il cartoonista australiano
quando, alla fine degli anni 20 e con il successo di Mickey Mouse sempre
più crescente, si rifiutò di aggiungere il sonoro interrompendo,
addirittura, la serie. Forse pentitosi, nel 1930, annunciò che avrebbe
convertito al sonoro il suo personaggio entro 3 anni ma era già troppo
tardi e Felix era stato dimenticato dal pubblico.
Braccio
di ferro e Betty Boop di Max Fleisher
Una
vita più tranquilla ebbe, invece, Max Fleisher che, insieme ai fratello
Dave, nel 1914, inventò la tecnica del rotoscopio. Linvenzione fu
brevettata soltanto lanno successivo e garantiva una resa dellaspetto
dei personaggi e delleffetto del movimento superiore. Le immagini del cartone
animato venivano prima fotografate e successivamente proiettate su un pannello
trasparente, a questo punto i fotogrammi venivano ricalcati dando una visione
stile fumetto ma fortemente realistica. Con questa tecnica i 2 fratelli, di origine
polacca, ma arrivati negli Stati Uniti dAmerica giovanissimi, animarono
moltissimi personaggi che divennero popolarissimi e che lo sono ancora oggi, come
Betty Boop e Braccio di Ferro (1930-1933). La serie in cui venne usato prevalentemente
il rotoscopio con risultati stupefacenti per quel periodo fu Out of the
Inkwell, prodotta dal 1918 al 1929. Il cartone animato usava la cosiddetta
tecnica mista, quella tecnica secondo cui attori reali e personaggi
animati potevano interagire e recitare insieme.
Nel
caso della serie prodotta da Max Fleisher il protagonista principale è
Koko il Clown, che usciva da un calamaio oppure prendeva vita dopo essere stato
disegnato sul foglio di carta ed interagiva non soltanto con il suo disegnatore,
ma anche con oggetti e animali. Lorigine di Koko il Clown è abbastanza
particolare perché il prototipo usato per realizzarlo fu Dave Fleischer,
che il fratello aveva fotografato vestito da clown proprio per provare la sua
invenzione. Il cartone animato ebbe un grandissimo successo e subì diversi
cambiamenti nel corso degli anni modificando spesso anche il nome del protagonista
(all'inizio fu chiamato "The Clown" poi Fleischer's Clown" e nel
1923 Ko-Ko e prese il suo aspetto definitivo) fino ad arrivare al 1924 quando
il suo inventore introdusse una nuova serie ma, soprattutto, lutilizzo del
sonoro.
Se
Out of the Inkwel ebbe un grande successo tra il pubblico americano,
i veri capolavori dei fratelli Fleischer furono dei personaggi umani:
la seducente Betty Boop, ideata nel 1930, ed il forzuto Popeye (Braccio di Ferro)
che fece le sua prima apparizione 3 anni dopo, nel 1933 in un corto di Betty Boop.
Quest'ultima fu una vera novità per il pubblico con la sua carica altamente
erotica anche se mischiata ed in parte stemperata da una grande auto ironia. La
vita cinematografica della ragazza alla moda del periodo jazz dai cappelli corti
e dagli abiti succinti durò soltanto 9 anni, dal 1930 al 1939. La sua carica
seduttiva ed irriverente, ma anche il fatto che facesse pensare chiaramente ad
una popolare cantante di quegli anni, Helen Kane, per la voce da bambina che aveva
(tanto che nel 1932 la Kane fece causa a Fleischer per aver sfruttato la sua immagine
e la sua personalità, perdendola però), non permisero la sua continuazione
seguendo questo stile di rappresentazione. Così nel 1934, a causa delle
proteste del pubblico conservatore e dellapplicazione di un codice di leggi
che regolava la produzione cinematografica in America, Betty Boop fu costretta
ad indossare abiti più castigati ed a occuparsi di faccende domestiche
e di animali perdendo così, naturalmente, il suo appeal e linteresse
che suscitava, tanto che nel 1939 ne fu interrotta la serie.
Il
successo commercialmente più significativo per Max Fleischer venne, però,
dai diritti d'autore sul personaggio di Braccio
di Ferro, successo che fu grandissimo e repentino tanto da fare subito concorrenza
allo stesso Mickey Mouse. Il personaggio
del marinaio che mangia spinaci nacque dalla matita del fumettista Elzie Crisler
Segar ed era un semplice personaggio della serie chiamata originariamente The
Thimble Theatre, ma piacque a tal punto che ne diventò immediatamente
il protagonista assoluto. Ed il successo di Braccio di Ferro fu ovviamente anche
il successo di Fleischer che non si fermò comunque ma traspose il fumetto
di Superman in cartoni animati e, nonostante
gli alti costi, anche qua ebbe grandi soddisfazioni. Qualche scelta lavorativa
sbagliata, come il poco successo del film I viaggi di Gulliver, lo
scoppio della seconda guerra mondiale e i dissidi con il fratello gli fecero perdere,
però, il controllo degli studios che aveva creato e dalla casa di produzione
Paramount passò alla Columbia. Dopo altre esperienze, come la partecipazione
nella produzione di pellicole didattiche per lesercito e la marina degli
Stati Uniti e la supervisione di 2 film, Max nel 1958, in società con il
suo ex animatore Hal Seeger, produsse 100 nuovi episodi di Out of the Inkwell
a colori e destinati alla TV. Contemporaneamente a Pat Sullivan e ai fratelli
Max e Dave Fleischer operarono altri animatori e registi statunitensi che fecero
serie animate anche di buona qualità.
Al
Falfa di Paul Terry
Nel 1916, per esempio, il fumettista e regista Paul Terry inventò il personaggio
di Al Falfa, un vecchio contadino che era il protagonista di una serie di cortometraggi
muti che si intitolava Farmer Al Falfa. Il personaggio fu ripreso
più volte da Terry che fino al 1936 fece diversi film che ne raccontavano
le storie. Al Falfa, dal carattere scontroso e solitario, ebbe successo tra il
pubblico americano fino allarrivo di Felix the Cat di Sullivan.
Sempre in quegli anni la Universal Studios, una delle più grandi case di
produzione cinematografica in America, produsse 2 serie animate che conquistarono
gli spettatori. A partire dal 1940 produsse un cartone animato di grande successo:
Picchiarello" (Woody Woodpecker) e Oswald il coniglio
fortunato (Oswald the Lucky Rabbit). Le storie di questo simpatico
picchio, il più grande successo del disegnatore italoamericano Walter Lantz,
tanto da ottenere 2 nominations agli Oscar, la prima nel 1944 come autore del
miglior corto di animazione e la seconda nel 1949 per la miglior canzone, continuarono
fino al 1972 con quasi 200 episodi.
I
primi cartoni animati di Walt Disney e Ub Iwerks
Precedentemente
nel settembre del 1927 sempre la Universal aveva prodotto Oswald il coniglio
fortunato (Oswald the Lucky Rabbit), personaggio dei cartoni
animati creato da Walt Disney e Ub Iwerks. Il coniglio con le sue avventure fu
prodotto fino al 1943 mentre i fumetti fino agli 60. La coppia Walt Disney
e Ub Iwerks fu molto importante per la storia del cinema di animazione, non lavoravano
soltanto insieme ma erano grandi amici e questa amicizia andò avanti per
tutta la vita, interrotta soltanto per qualche anno in cui, a causa di dissapori,
Iwerks lasciò gli studi dellamico per metterne su uno tutto suo,
l'Iwerks Studio. Questo avvenne nel 1930 quando già,
insieme a Walt, aveva creato il Topolino più famoso del mondo e tanti altri
personaggi del primo periodo di produzione della Disney. Solo 6 anni dopo, però,
lIwerks Studio dovette chiudere perché la Disney e i
personaggi dei Fleischer Studios, ebbero la meglio sulle produzioni di Ub. ll
talento di Iwerks nel disegnare i personaggi, probabilmente, non era bastato a
decretarne il successo, senza lappoggio della mente creativa ed imprenditoriale
di Walt. Così nel 1940 tornarono a lavorare insieme e Ub negli anni 60
ricevette 2 Oscar per le sue innovative invenzioni nel settore dell'animazione
(1960 e 1965) e una nomination per i migliori effetti speciali per il film Gli
uccelli di Hitchcock (1964). La sua creazione di maggiore successo quando
lavorò da solo fu Flip the Frog (Flip la rana),
serie di cartoni animati il cui protagonista somigliava ad altri personaggi ai
quali Iwerks aveva già lavorato, come Topolino e Oswald, e che venne distribuita
da MGM dal 1930 al 1933.
I
cartoni animati della MGM (Metro-Goldwyn-Mayer)
La
MGM (Metro-Goldwyn-Mayer), storica compagnia privata di
cineproduzione americana, si occupò della distribuzione
di tantissime serie animate, forse la più famosa
in tutto il mondo è quella di Tom
& Jerry. Le avventure del gatto e del topo,
nate dalla fervida fantasia di 2 bravissimi animatori,
William Hanna e Joseph Barbera, debuttarono nel 1940 e
continuarono per più di 20 anni raccontando le
storie esilaranti di questa rivalità tra il gatto
Tom ed il topo Jerry e divertendo generazioni di bambini
ma anche moltissimi adulti. Anche il regista ed animatore
statunitense Tex Avery lavorò per gli studi della
Metro-Goldwyn-Mayer ed inventò il personaggio di
Screwball "Screwy" Squirrel (Lo
scoiattolo Picchiatello) che apparve in una serie
di cortometraggi tra il 1944 e il 1946. Lo stile di animazione
di Tex Avery era molto diverso da quello di Walt Disney,
infatti il suo stile di regia, che ispirò molte
case di produzione statunitensi tra gli anni 40
e 50, non si atteneva al realismo come quello di
Dìsney ma Ted sì divertiva a creare situazioni
e scene che nei film veri era impossibile realizzare.
Tra gli altri personaggi inventati da Avery ci sono Daffy
Duck e Bugs
Bunny, protagonisti di serie di cartoni animati
di grande successo distribuiti dalla Warner Brothers.
Personaggi che hanno fatto il giro del mondo e le cui
storie sono conosciute da tutti. Ed inoltre, negli anni
40, il personaggio del segugio, apparentemente,
poco sveglio ma che, in realtà, ha unintelligenza
molto sviluppata e raffinata, chiamato Droopy. Droopy
ebbe grande successo per tutti gli anni 50 e poi
fu comprato e rilanciato dalla coppia di autori Hanna
e Barbera. Tex Avery alla MGM, ha inoltre creato due goffi
orsi di nome George e Junior. Come Screwy Squirrel , furono
abbandonati dopo essere apparsi in solo quattro cartoni
animati: Henpecked Hoboes (1946), Hound Hunters (1947),
Red Hot Rangers (1947) e Half-Pint Pygmy (1948). I cartoni
animati di solito seguono le disavventure di due orsi
George e Junior ispirati da Uomini e topi di John Steinbeck
: George è il piccolo orso irascibile (doppiato
da Dick Nelson), mentre Junior l'orso alto è uno
scaltro (doppiato dallo stesso Avery).
I
cartoni animati della U.P.A.
Questi,
però, non sono gli unici cartoonisti americani che hanno lavorato in questo
periodo di grande fermento del cinema di animazione, sicuramente sono i più
noti e le loro creazioni le più popolari, ma ce ne sono tanti altri che
hanno dato il loro contributo inventando personaggi che ancora conosciamo. Stiamo
parlando di tutti gli animatori ed i tecnici che, lasciando la Disney a seguito
di uno sciopero, fondarono negli anni 40 lo studio di animazione United
Productions of America, meglio conosciuto come UPA. I cortometraggi di animazione
più conosciuti, tra i tanti prodotti, sono Mr.
Magoo, lo scontroso personaggio miope, e Dìck Tracy, il poliziotto
incorruttibile della Chicago degli anni 30. Il primo fu la creazione della
United Productions of America che ebbe maggiore successo. Mr. Magoo fu creato
nel 1949 da John Hubley e in totale furono realizzati 53 cortometraggi tra il
1949 e il 1959. Il secondo, invece, fece la sua prima apparizione nellottobre
del 1931 e fu disegnato dal fumettista Chester Gold, divenendo subito un esempio
a cui attinsero tutti gli altri crime comics. Lo stile di animazione della UPA
era lontanissimo da quello di Disney, che, come tanti altri studios di quegli
anni, cercava il più possibile di ricreare il realismo cinematografico
nei film d'animazione. Loro, invece, usavano sfondi molto meno realistici e figure
piatte e bidimensionali. Le tecniche e le innovazioni di questi artisti furono
usate da tantissime altre case di produzione e, soprattutto, da tanti registi
indipendenti e la tecnica di animazione limitata fu molto utilizzata negli anni
60 e 70. LUnited Productions of America chiuse i battenti definitivamente
nel 1964 e vendette la sua biblioteca di cartoni animati anche se mantenne le
licenze e i copyrights su alcuni personaggi come il simpatico Mr. Magoo. I suoi
personaggi e le sue serie di cartoni animati sono stati ripresi da diversi studios,
come la Columbia Pictures per cui già prima aveva prodotto molti cortometraggi
di animazione.
I
primi cartoni animati in Italia
Intanto
dal nostro Paese arriva il primo lungometraggio danimazione europea, anche
se precedentemente nel 1926 era uscito un altro film considerato il primo in assoluto,
Le avventure del principe Achmed di Lotte Reiniger, regista ed animatrice
tedesca. La pellicola italiana invece uscì nel 1949 e si intitolava La
rosa di Bagdad, diretta e prodotta da Anton Gino Domeneghini ed, in realtà,
anche in Italia il film si contende questo primato con un altro uscito lo stesso
anno, I fratelli Dinamite prodotto da Nino Pagot. La rosa di
Bagdad fu il primo film italiano in Technicolor, durava 76 minuti e raccontava
la storia dellamore contrastato tra Zelia, la figlia del sultano, e il giovane
flautista di corte, Amin. Amore ostacolato dal perfido e ambizioso visir Jafar
che vuole a tutti i costi sposare la figlia del sultano per impadronirsi del regno
e per questo cerca di eliminare il suo rivale. Come ogni storia damore che
si rispetti però i buoni sentimenti hanno la meglio e grazie alla magia
cè il lieto fine e Zelia ed Amin si potranno unire in matrimonio.
Nonostante la vicenda finisca bene e la storia abbia lhappy end La
rosa di Bagdad non ebbe molto successo allepoca e fu più apprezzato
fuori dai confini italiani. Successivamente fu comunque rivalutato e restaurato
con grande cura.
I
primi cartoni animati in Francia
Come abbiamo visto precedentemente la Francia è stata la terra di origine
e nella quale hanno lavorato diversi animatori già dai primi anni del 900
come Emile Cohl e il suo personaggio Fantôche. E proprio grazie allincontro
con Cohl comincia a svilupparsi il genio creativo di unaltra personalità
importante, considerata il pioniere del cartone animato francese, Robert Lortac,
che nel 1919 aprì la sua casa di produzione. Era un personaggio eclettico:
scrittore, pittore, critico darte, animatore e nel suo studio si incontravano
tanti giovani con questa sua stessa passione ed abilità. Di Robert Lortac
sono alcuni romanzi di fantascienza e tra gli anni 50 e 60 scrisse
diversi fumetti per la casa editrice Artima. Sempre in Francia operarono Ales
e Jean Giaume, Benjamin Rabier, agente delle tasse con la passione per il disegno,
e Omer Boucquey, linventore di Choupinet. Rabier lavora per diversi editori
ed il suo interesse era rivolto prevalentemente a rappresentare gli animali quasi
come fossero umani, caratteristiche del suo stile erano lumorismo e il tratto
del disegno preciso e pulito. Al suo album "Tintin Lutin" si ispirò
Hergè per il nome del suo personaggio, il celebre Tintin.
Tutta la sua produzione artistica si rivolse a rappresentare animali e ad illustrare
libri per linfanzia e nel 1923 inventò il personaggio del papero
Gédéon, protagonista di una fortunata serie di avventure (da "Gédéon
sportsman" a "Gédéon en Afrique" e a "Gédéon
traverse l'Atlantique"). Boucquey, invece, raggiunse il successo con il personaggio
di Choupinet, nato nel 1938 durante una lezione di inglese. È un bambino
dal sorriso accattivante, vestito con gli stessi colori della bandiera francese
e protagonista di 2 cartoni animati, diversi album e fumetti. Choupinet, dopo
la seconda guerra mondiale, arrivò anche al cinema, nel 1954 venne tradotto
addirittura in arabo e 3 anni dopo diventò anche un giocattolo con cui
i bambini poterono giocare.
I
film e i personaggi di Walt Disney
Inevitabilmente, però, quando si parla di film di animazione viene subito
in mente Walt Dìsney che a 20 anni dimostrava di essere il migliore produttore
di quegli anni e già nel 1922 produsse cortometraggi animati che si ispiravano
a storie per bambini. Lanno successivo, insieme allamico Ub Iwerks
produsse Alice's Wonderland ed in questo corto sono presenti già
molte delle caratteristiche della futura serie che si concluderà nel 1927
e che d ebbe un discreto successo, come la tecnica mista e i mondi creati nel
sogno. Del 1927, poi, è la nuova serie di animazione Oswald the Lucky
Rabbit, di cui però Disney perse i dritti fino al 2006. Sempre in
quegli anni arrivò il personaggio, forse, simbolo Mickey Mouse, sempre
creato dalla coppia Disney - Iwerks, che esordì in un cortometraggio muto
che, però, non ottenne un buon riscontro e così nel 1928 venne proiettato
al pubblico, avendo grande successo, Steamboat Willie, con protagonista
sempre lui, e fu il primo cartone animato con il sonoro non registrato di Walt
Disney. Grazie alla collaborazione con Carl Stalling, creatore di sonori per film
muti, nacque una nuova serie intitolata "Silly Simphonies" che nel 1932
presentò unulteriore innovazione: un episodio realizzato interamente
a colori. Disney firmò un contratto con la Technicolor per l'utilizzo del
loro sistema anche per altri episodi, mentre Topolino
rimase in bianco e nero per qualche altro anno. Nel 1934, invece, linstancabile
Walt ebbe lidea di realizzare il primo lungometraggio e decise che fosse
la storia di Biancaneve, ispirandosi ad un film muto che aveva visto da piccolo.
Lo studio per realizzare questa nuova avventura fu tantissimo e, finalmente, a
dispetto di ogni diffidenza, nel dicembre del 1937 arrivò al cinema Biancaneve
e i sette nani ed il successo fu enorme. Non ebbero, invece, lo stesso
successo, economicamente parlando, Pinocchio
e Fantasia, entrambi del 1940, e Dumbo e Bambi,
rispettivamente del 1941 e del 1942, mentre alla fine degli anni 40 gli
studios si ripresero economicamente e si prepararono i lungometraggi Alice
nel Paese delle Meraviglie, Le
avventure di Peter Pan e Cenerentola.
I
cartoni per la TV di Hanna & Barbera
Gli appassionati di cartoni animati, poi, non possono dimenticare la prolifica
coppia Hanna-Barbera che dal 1956, anno in cui fondò lo casa di produzione
Hanna-Barbera Productions Inc., realizzò tantissime serie animate. William
Hanna e Joseph Barbera si incontrarono per la prima volta nel 1938 alla Metro-Goldwyn-Mayer
dove per tantissimi anni realizzarono la serie Tom
& Jerry ma quando nel 1956 la MGM chiuse il settore dellanimazione
i 2 si misero in proprio. Il periodo alla MGM, però, artisticamente rimase
il loro periodo migliore, infatti la loro creazioni si distinguevano per la perfezione
dal disegno, loriginalità delle storie e lalta qualità,
invece, con il passare degli anni la quantità di produzione venne sempre
di più preferita alla qualità a danno delle nuove serie che divennero
poco originali, sia nelle trame che nella realizzazione dei personaggi che apparivano
a volte molto simili nel disegno, statici e poco definiti. Hanna-Barbera Productions
Inc. produsse tantissimi cartoni per la televisione: lOrso Yoghi, Braccobaldo,
Gli Antenati solo per ricordarne qualcuno.
L'arrivo
dei cartoni giapponesi
Infine, un capitolo a parte merita il Giappone con i suoi manga
e anime. Per manga i nipponici intendono ogni tipo di fumetto di qualsiasi
genere e che racconti una storia completa dove il protagonista ha un suo sviluppo.
Il manga predilige il movimento al dialogo tra i personaggi e, così, cè
un impatto visivo più forte rispetto ai cartoni occidentali ed, inoltre,
i personaggi sono molto simili come aspetto fisico (occhi grandi, tanti capelli,
etc.) e le figure sono molto stilizzate, mentre i fondali sono sempre ricchissimi
di dettagli. Tra i tanti manga realizzati citiamo Astro Boy", opera
di Osamu Tezuka, mangaka così famoso da essere definito il "dio del
manga". Fu pubblicato in Giappone dal 1952 al 1968, diviso in 23 volumi,
raccontava le vicende di Atom (Astro Boy è il nome occidentale), il bambino
robot dai sentimenti umani creato dal Dott. Temma dopo la morte del figlio. Atom
ha una vita come tutti i suoi coetanei ma combatte i malvagi per salvare la terra.
Dal 1963 ne venne tratta una serie animata che ebbe le caratteristiche proprie
degli anime e in Italia arrivò negli anni 80. Astro Boy può
essere considerato il primo anime seriale televisivo e fu anche il primo di un
genere che ebbe molto successo in Giappone, soprattutto negli anni 70 ed
80, quello dedicato ai robot. Gli anime si possono considerare levoluzione
televisiva o cinematografica dei manga, infatti se un manga ha un grande successo
è naturale che abbia una trasposizione in serie animata televisiva o cinematografica.
Come grande successo ebbe il filone dei robottoni, le serie di cartoni
animati che raccontavano le storie di robot che lottavano contro i cattivi. Chi
è stato bambino negli anni '80 non può dimenticare le avventure
di Goldrake, Grande Mazinga, Mazinga
Z o Jeeg Robot dAcciaio che, ancora oggi, sono serie indimenticabili e di
culto per gli appassionati del genere.