La
collina dei papaveri
La collina dei papaveri
© Studio Ghibli |
Il regista
giapponese Goro Miyazaki torna sul grande schermo con il nuovo film di animazione
"La collina dei papaveri" prodotto dallo studio Ghibli, che uscirà
nelle sale di tutta Italia soltanto per la data del 6 novembre, come evento unico.
Dopo il suo esordio con i Racconti
di Terramare del 2006, il regista continua degnamente la tradizione
del padre con questo bellissimo film, realizzato dallo Studio Ghibli, ormai un
affermato studio cinematografico specializzato nel genere Anime, che ha legato
il suo nome a film e cortometraggi di successo come la
Città Incantata, Ponyo, Arrietty o il
Castello Errante di Howl. Le musiche sono di Satoshi Takebe ed il lungometraggio
verrà presentato al pubblico italiano in anteprima al Lucca Comics previsto
dal 1 al 4 novembre presso lampia sezione dedicata ai manga ed ai cartoni
giapponesi. Ne La Collina dei Papaveri il tema centrale è
levoluzione del Giappone, dopo la disastrosa sconfitta subita nella Seconda
Guerra Mondiale. Il film narra, infatti, la situazione storico culturale presente
nella nazione nel 1963, ovvero l'anno che precede le Olimpiadi svoltesi a Tokyo,
e che hanno permesso di mostrare al mondo intero la rinascita della nazione giapponese.
Tutto questo viene mostrato attraverso ogni singolo dettaglio della storia e dei
personaggi. La
storia del film
Umi Matsuzaki
© Studio Ghibli |
La Seconda
Guerra Mondiale è finita da 18 anni, il Giappone ha operato una vera e
propria resurrezione miracolosa dalle rovine, sia materiali che culturali (soprattutto
per ciò che riguarda le sue tradizioni), ed è nel bel mezzo di una
rapida crescita economica. Quasi come simbolo di rinascita, la gente comincia
a rompere tutti i vecchi schemi, credendo che solo il nuovo potrà far ritornare
grande il Giappone. Nel Cartone Animato tutto questo si vede da vari aspetti:
la polvere delle auto sulle strade affollate, la città piena di gente con,
come sottofondo, il rumore della costruzione e demolizione di edifici. Una città,
dunque, vitale che vuole lasciarsi alle spalle gli orrori della Guerra e della
bomba atomica. E in questo scenario che è ambientata la storia
di Umi e Shun, due ragazzi di Yokoama che si ritrovano ad avere in comune il mare
blu, i prati verdi e la visione del mondo piena di speranza. Umi 'Mer' Matsuzaki
è una ragazza che vive su di una collina, chiamata "la collina dei
papaveri", in un comprensorio ricavato da un ex ospedale, insieme alla nonna,
Hana Matsuzaki, ed ai suoi fratellini, oltre a due signore non più giovani
che hanno preso in affitto una camera. Umi
è orfana di padre, morto durante la guerra combattuta in Corea quando la
nave su cui era imbarcato è affondata urtando una mina, mentre la madre
lavora negli Stati Uniti come insegnante universitaria. Umi, nonostante mille
difficoltà, riesce a badare praticamente da sola a tutti i componenti della
famiglia (la sorella Sora, il fratello Riku e la nonna) ed agli altri occupanti
la casa, preparando la colazione e sbrigando tutte le faccende casalinghe e nel
pomeriggio viene poi aiutata da una domestica pagata dalla nonna. Umi, in ricordo
del padre, ogni mattina issa sul pennone posto davanti alla sua casa le bandiere
marinare "U" e "W" che insieme significano "augurio di
navigazione sicura"; avendo la casa sopra la collina che domina il porto
e tutta la costa, queste bandiere sono visibili da tutte le barche e da tutte
le navi che si avvicinano alla terraferma. Proprio su una di queste barche
si trova Shun Kazama, un ragazzo di 17 anni che, abitando in un'isola vicina,
arriva a scuola con la bicicletta dopo essere stato lasciato al porto dal rimorchiatore
del padre e che è incuriosito da quello strano messaggio; essendo Shun
il responsabile del giornalino della scuola, pubblica su di esso un pensiero su
quelle strane bandiere, rispondendo al messaggio di Umi issando sul pennone del
rimorchiatore le medesime bandiere unite a quella che significa "Risposta";
Umi, grazie all'attenzione della sua amica Sachiko studentessa d'arte ed ospite
anche lei della casa, nota quelle bandiere sul rimorchiatore e pensa possano essere
di risposta a quelle issate davanti alla sua casa. La ragazza si confida con la
nonna e lei, da donna saggia ed affezionata alla nipote, le risponde che spera
possa presto trovare un ragazzo meraviglioso così da non avere bisogno
di quelle bandiere. Poiché Umi e Shun frequentano lo stesso istituto
prima o poi il destino li avrebbe fatti incontrare. I due infatti fanno conoscenza
grazie alla sorellina di Umi che chiede un autografo a Shun ed Umi scopre, così,
che il ragazzo è il responsabile dell'edizione del giornalino scolastico.
A causa di un infortunio ad una mano capitato a Shu e ad un casuale incontro sulla
collina mentre passa in bicicletta, Umi entra a far parte della "redazione"
per dare il suo aiuto.
Shun Kazama
© Studio Ghibli |
Da questo
momento i ragazzi vivono due storie in una: la prima è quella scolastica,
con le varie vicissitudini relative al "Quartier Latin", una vecchia
casa in legno della scuola dentro la quale vi sono le sedi dei club scolastici
di filosofia e di astronomia e con le accese discussioni per la sua demolizione
o la sua salvaguardia; la seconda è quella personale, con i vari sentimenti
che pian piano prendono posto nell'animo dei due giovani insieme alle tante vicissitudini
e scoperte che essi fanno sul loro conto e sul loro passato. Il "Quartier
Latin", grazie alla decisione del consiglio di istituto, deve essere abbattuto
per far posto ad una nuova costruzione. Ma questa casa, simbolo delle tradizioni
del Giappone, custode delle memorie di tutte quelle generazioni vissute prima
e dopo la seconda guerra mondiale, delle loro storie, delle loro conoscenze, dei
loro amori e della loro vita, sparirebbe così per sempre. La scuola è
in fermento. La decisione delle autorità scolastiche non trova d'accordo
alcuni studenti che, dopo infuocate discussioni e varie assemblee, grazie anche
all'accorato impegno di Umi, decidono di protestare contro questa decisione andando
a restaurare il vecchio edificio multipiano per poterlo riportare agli antichi
splendori, cercando quindi di salvaguardare tutto quello che quel posto significa
non solo per loro, ma anche per tutti coloro che lo hanno frequentato. Gli studenti
cominciano quindi a lavorare per poter mettere a posto il "Quartier Latin".
Armati di mascherina in volto per l'enorme quantità di polvere accumulatasi
negli anni, di scopa e piumino d'ordinanza, i ragazzi mettono a posto anni di
incuria e disordine con vera abnegazione, spostando mobili e quintali di libri
e carta, non senza scoprire anche piccoli segreti e aneddoti buffi del luogo,
ma soprattutto con tanto divertimento anche grazie ad una prova di coraggio di
Shun che, durante una pausa per il pranzo, si butta in una piccola piscina dal
tetto dell'edificio principale per far colpo su Umi mentre i suoi compagni di
corso con l'inseparabile macchina fotografica immortalano l'impresa. Mentre i
lavori proseguono, Umi e Shun hanno lopportunità di approfondire
la loro amicizia, cominciando a parlare più spesso ed a conoscersi meglio,
scoprendo così di avere molte affinità. Giorno dopo giorno i due
ragazzi si confrontano, fino a quando Umi racconta a Shun di suo padre, di come
è morto e del significato delle bandiere issate davanti casa, e fa vedere
a Shun una vecchia foto con tre uomini in divisa; Shun rimane molto sorpreso nel
vedere in mano ad Umi quella fotografia, in quanto ne possiede una identica. Shun
comincia quindi a fare delle ricerche e scopre la verità: il padre di Umi
è anche suo padre che, quando era in fasce, lo ha affidato ai suoi attuali
genitori; a causa di questa scoperta il rapporto tra Umi e Shun comincia ad essere
diverso, in quanto Shun tende ad essere meno espansivo e più freddo nei
confronti di Umi che, allo stato della scoperta appena fatta, la rende non un'estranea,
non un'amica ma addirittura sua sorella.
Shun e Umi
© Studio Ghibli |
Umi viene
colpita da questo cambiamento e ne soffre non capendone il motivo fino a quando,
durante la discesa verso casa, sotto una pioggia battente Shun fa vedere ad Umi
la medesima fotografia in suo possesso e le dice la verità, ovvero che
Yuikiro Sawamura era il suo vero padre aggiungendo, in modo molto triste, che
loro due erano i protagonisti di un melodramma pure di scarsa qualità:
Umi non capisce subito e Shun le dice brevemente e seccamente che loro due in
realtà sono fratello e sorella. Umi esce confusa e frastornata dalla
gravità di questa notizia ma, poichè i lavori del "Quartier
Latin" da parte di tutti gli studenti che avevano preso parte alla sua ricostruzione
ed al suo rifacimento stanno volgendo al termine, la frenesia e l'eccitazione
prendono momentaneamente il sopravvento sul turbinio di sentimenti che prova e
lei si butta a capofitto nella ristrutturazione del "Quartier Latin".
Quando la casa viene finita i ragazzi, pieni di orgoglio per il lavoro fatto si
recano a scuola ma vengono a sapere che tutta la loro fatica e tutto il loro lavoro
sarebbero stati inutili in quanto uno dei più potenti finanziatori della
scuola, il dirigente capo Tokumaru, aveva già deciso di demolire il "Quartier
Latin" per poter costruire un nuovo e moderno edificio in vista delle Olimpiadi
che si sarebbero tenute l'anno dopo. Umi partecipa alle assemblee studentesche
per decidere su cosa fare per evitare che il "Quartier latin" possa
andare definitivamente perso e la decisione finale è che proprio lei, insieme
a Shun ed a Shiro, il più grande amico di Shun, provino a parlare direttamente
a Tokumaru cercando di convincerlo a desistere dal suo intento. Il terzetto si
avvia in città e riesce a parlare con Tokumaru che all'inizio pare irremovibile
sulla sua decisione, ma quando Umi fa leva sui ricordi di quel posto e chiede
a Tokumaru di andare a constatare il lavoro fatto dagli studenti, questi accetta
e dà loro appuntamento per il giorno successivo direttamente al "Quartier
Latin". Mentre aspettano il filobus per tornare a casa Umi e Shun, rimasti
soli, si rendono conto che pur essendo fratello e sorella sarebbe difficile per
loro contrastare sentimenti di diverso tipo che lentamente ma inesorabilmente
affiorano e che stanno prendendo il sopravvento nel cuore di entrambe. La mamma
di Umi, Ryoko, nel frattempo, torna dagli Stati Uniti con somma gioia della ragazza,
non solo perché ha la sua famiglia unita, ma soprattutto perché
ha la possibilità di chiedere quello che le batte forte in testa ovvero
la verità su Shun e su suo padre. Ryoko spiega non senza difficoltà
ad Umi che Shun è suo fratello solo perché il padre naturale di
Shun ed il suo erano grandi amici e quando il suo papà seppe della morte
dell'amico durante la guerra di Corea, per evitare che Shun finisse in un orfanotrofio
ed, avendo un grande cuore, lo riconobbe come figlio suo e lo diede in affido
ad Akio Kazama, grande amico di entrambi, ed attuale padre di Shun anche perché
Akio aveva appena perso il suo figlioletto. Umi è quindi molto rinfrancata
da quanto raccontatale dalla madre. Il giorno dopo, durante la solita traversata
per accompagnare Shun, Akio (che è stato precedentemente contattato dalla
mamma di Umi per avere notizie sul vero padre del ragazzo), spiega al figlio che
lui gli ricordava il padre di Umi tutti i giorni, ma anche che lui non era il
suo padre naturale e che sapeva chi poteva dare a lui ed a Umi le notizie necessarie:
Yoshio Onodera, un comandante di una grossa nave che sarebbe partita da quel porto
nel pomeriggio. Shun arriva al "Quartier Latin" e comunica ad Umi
quanto raccontatogli dal padre proprio poco prima dell'arrivo del presidente Tokumaru;
questi vedendo il lavoro fatto dagli studenti e avendo constatato che, nonostante
l'impegno per restaurare il "Quartier Latin" tutti avessero mantenuto
una buona condotta e buoni voti, comunica ufficialmente l'intenzione di abbandonare
il progetto della costruzione di un nuovo edificio al posto dello storico "Quarter
Latin" dal momento che esso sarà edificato da un'altra parte. Inoltre
egli assicura i ragazzi che comunicherà personalmente questa decisione
al consiglio scolastico.
Shun e Umi
© Studio Ghibli |
La felicità
tra i giovani è tanta, ma Shun e Umi non hanno il tempo di gioire e di
prendere parte alla festa in quanto devono recarsi di corsa al porto di Yokoama
per evitare di perdere l'unica persona che possa dirgli veramente come stanno
le cose sui loro genitori; si precipitano correndo a perdifiato fino al porto
e grazie anche all'aiuto del padre di Shun che affianca la nave con il suo rimorchiatore,
i ragazzi possono salire e parlare con il comandante Yoshio Onodera. Questi, dice
ai ragazzi che somigliano molto ai loro rispettivi padri e spiega loro che lui
stesso, il padre naturale di Shun ed il padre di Umi si erano conosciuti durante
la guerra di Corea ed erano diventati amici inseparabili; quando il padre di Shun
morì, il padre di Umi in memoria dell'amico scomparso si prese cura di
Shun fino a quando non arrivò Umi. Avendo avuto conferma che loro non
erano veramente fratello e sorella, Umi e Shun tornano alle loro case ed alle
loro attività quotidiane con il cuore sgombro da angosce ma soprattutto
libero di poter esprimere liberamente i propri sentimenti, con Umi che di nuovo,
ogni mattina, issa sul pennone davanti casa le bandiere di segnalazione, augurando
a tutti i naviganti la buona fortuna. Nellultima scena cè limmagine
del quadro che Sachiko dipinge e dona allamica dopo aver notato la risposta
allo sventolio delle bandiere di segnalazione issate da Umi da parte del rimorchiatore.
Il film oltre alle appassionate e complesse vicende di Umi e Shun, narra parallelamente
la storia del Giappone, di come le vecchie e le nuove generazioni abbiano saputo
trovare dei punti di contatto nelle tradizioni millenarie di quel Paese in un
momento critico che sanciva il definitivo sdoganamento del Giappone dai residui
della Seconda Guerra mondiale e che lo avrebbe portato, da lì a pochi anni,
ad essere una tra le maggiori potenze economiche mondiali; in ogni parte del film
è possibile vedere la contrapposizione tra il vecchio ed il nuovo, tra
le tradizioni ed il progressismo: basti pensare alla casa di Umi ed alla sua famiglia
nella quale la nonna veste con un Kimono mentre Umi indossa abiti occidentali,
oppure al "Quartier latin" che doveva lasciare il posto ad un nuovo
palazzo, alle macchine ed il traffico della città contrapposti alla bicicletta
di Shun: tutto per far ricordare che il Giappone affonda molto saldamente le proprie
radici in un passato che non vuole dimenticare. Come si percepisce dalla voglia
e dallimpegno dei giovani di ristrutturare una vecchia casa invece che dar
spazio ad un nuovo e più accogliente edificio.
Shun la città affollata
© Studio Ghibli |
Giudizio finaleLa
Collina dei Papaveri ha unanimazione semplice con tratti e colori soffusi,
che differisce molto dagli attuali film in 3D ricchi di effetti speciali. Unatmosfera
spesso malinconica che accompagna le vicende, la dolcezza dei sentimenti e la
capacità di puntare su movimenti calmi e mai esasperati, una musica dolce
e nostalgica come sottofondo, sono elementi che fanno da contorno ad una storia
che riesce, con la sua naturalità, a coinvolgere lo spettatore. Poi cè
il Valore della Memoria, un tema che ultimamente è molto sentito ovunque.
In contrasto con la modernità, con la tecnologia e con una vita frenetica
abituata a guardare solo avanti, cè il valore della tradizione ed
il recupero di antichi valori senza i quali non è possibile nemmeno avere
un futuro. Il record dincassi nei botteghini giapponesi ha evidenziato il
fatto che forse, questa nazione nonostante la corsa velocissima iniziata nel dopoguerra
verso la supremazia tecnologica nata dalla voglia di lasciarsi alle spalle distruzione
e morte, non ha mai voluto davvero dimenticare le proprie radici ricche di tradizioni
millenarie senza le quali un popolo non avrebbe una storia. Una celebrazione anche
della propria gioventù che crede fermamente negli ideali comuni e combatte
con le tutte le forze per raggiungere un obiettivo. La scelta del periodo non
è casuale, del resto. Lambientazione, quella nelle immediate vicinanze
delle Olimpiadi, è proprio il momento in cui il Giappone doveva dimostrare
al mondo di aver superato il disastro causato dalla guerra. Nei cinema nipponici
il film è uscito nel 2011 e dopo più di un anno approda nelle nostre
sale per un solo giorno, distribuito dalla Lucky Red. Un appuntamento importante
per gli appassionati del genere anime, peccato che la scelta di proiettarlo nelle
sale per brevissimo tempo potrebbe lasciar fuori una vasta parte di pubblico in
grado di apprezzare questo modo garbato e poco invadente di raccontare storie
importanti
| Titolo
originale: | Kokuriko-zaka
kara | Nazione: | Giappone |
Anno: | 2011 |
Genere: | Animazione |
Durata: | 91' |
Regia: | Goro
Miyazaki | Sito
ufficiale: | http://kokurikozaka.jp/index.html |
Produzione: | Studio
Ghibli | Distribuzione: | Lucky
Red | Uscita
: | 06
Novembre 2012 al cinema | | |
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La
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diritto e vengono qui utilizzati esclusivamente a scopi conoscitivi e divulgativi.
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