La
freccia azzurra E'
la notte magica dell'Epifania. Notte in cui la Befana vola a cavallo di una scopa
sui tetti delle case italiane, per distribuire doni a tutti i bambini, senza distinzioni,
purché siano stati buoni durante l'anno. Ma proprio in questo giorno fatidico
un inaspettato raffreddore - causatole dalla somministrazione di un veleno da
parte dell'interessato assistente Signor Scarafoni - la costringerà a letto e
le impedirà di compiere di persona la generosa missione. Se ne occuperà quindi
lui, ma porterà doni solo ai bambini ricchi (Ben rappresentati dai pomposi Carlo
Alberto e Filippo Maria), quelli cioè che avranno pagato i giocattoli richiesti
fior di quattrini. Intanto fra le strade della piccola cittadina si respira un'aria
carica di trepidazione: le persone si aggirano fra i negozi per fare gli ultimi
acquisti e in breve tempo davanti al negozio della Befana si accalca un nutrito
numero di acquirenti, costituito da bambini e genitori, tra cui il piccolo Francesco.
Quest'ultimo nel vedere esposto in vetrina uno splendido trenino - la Freccia
Azzurra, che gli ricorda il padre scomparso di recente - decide di richiederlo
nella lettera per la Befana. Ma introdottosi nel negozio per recapitare il messaggio,
farà la sgradita conoscenza con il cinico assistente; il quale dopo aver appreso
la situazione economica del bambino - ovvero che non può permettersi di pagare
- lo caccerà bruscamente (e con lui una malridotta papera giocattolo, che tuttavia
avrà modo di riscattarsi…). Nel
frattempo i giocattoli, dotati di una grande anima, di un cuore generoso e di
una volontà propria, constatano dispiaciuti che nessun bambino povero avrebbe
ricevuto dei doni e, non volendo finire abbandonati in un angolo della camera
di qualche bambino ricco e viziato, decidono di organizzare una fuga; di rintracciare
Francesco sotto la guida del fiuto del coraggioso cagnolino di pezza Spicciola
e di regalarsi - ognuno secondo le proprie caratteristiche - al bambino giusto.
Sarà così che Spicciola, Il saggio capo indiano Piuma D'Argento, le bambole Carlotta
e Roberta, il tenero orsetto di peluche, Il burbero ma sensibile capitano Mezzabarba,
i soldatini di legno, il mago senza cuore, l'intrepido aviatore ed infine il trenino
con il suo equipaggiamento, raggiunto il mondo esterno diventeranno protagonisti
di una fantastica avventura. Un' avventura disseminata di pericoli e insidie,
com'anche di momenti dolcissimi e di incontri indimenticabili. I momenti più rischiosi
saranno caratterizzati dall'inseguimento del bieco assistente, che sarà sul punto
di riacciuffare la comitiva per ben due volte.
La prima sarà quando il mago, non volendo finire nelle case "maleodoranti di muffa
e sugo fritto" dei bambini poveri, tradirà i suoi compagni indicando a Scarafoni
la via per trovarli: per fortuna i nostri amici scamperanno l'imminente pericolo
e il mago da insensibile diventerà buono, perché le matite colorate gli disegneranno
il cuore di cui era sprovvisto. La seconda volta i nostri amici si salveranno
grazie a Spicciola, che aggredirà ad un braccio il malintenzionato, facendo guadagnare
loro la fuga: Purtroppo lui finirà con l'essere rovesciato in un bidone della
spazzatura. Intanto la Befana, a causa di una telefonata di protesta, scoprirà
l'imbroglio di Scarafoni; quindi provvista di una scopa di riserva, mobiliterà
gli artigiani della città, al fine di riempire il suo sacco di nuovi giocattoli
ed eseguire la distribuzione dei regali. Nello stesso frangente due individui
sinistri, approfittando dell'assenza della bonaria vecchietta, tentano di introdursi
nel negozio da uno stretto passaggio per rubare i soldi custoditi nella cassaforte.
Non riuscendovi rapiranno Francesco, appena uscito dal cinema in cui stava vendendo
caramelle, e lo costringeranno ad entrare nel caseggiato. Qui il bambino chiamerà
subito la polizia, tuttavia anch'egli sarà creduto complice e portato in questura.
Per sua buona sorte un portantino, suo amico, facendo ritorno a casa assisterà
alla scena e provvederà ad avvisare la
Befana. Quest'ultima, sebbene animata dall'urgenza di portare a termine il suo
dovere, farà liberare Francesco, grazie alla sua comprovata esperienza in fatto
di bambini. Inoltre gli prometterà un dono prima dell'avanzare dell'alba. A questo
punto Francesco si dirige verso casa; un vetturino di passaggio, vedendolo triste
e stanco, gli offre di accompagnarlo a casa in carrozza. Mentre i cavalli percorrono
la strada il bambino si addormenta e sogna di essere sulla Freccia Azzurra, in
compagnia dei giocattoli, della Befana e del suo amato padre. Il suo sonno però
viene interrotto da un improvviso fragore: il passaggio di un cucciolo di cane
fa imbizzarrire i cavalli. Si tratta di Spicciola, divenuto un cagnolino in carne
e ossa "perché nella notte magica dell'Epifania tutto può succedere ". Nel vederlo
smarrito e impaurito Francesco prova una forte simpatia nei suoi confronti e decide
di prenderlo con sé. La gioia del bambino sarà tale da non desiderare altri regali.
Invece la Befana farà per lui molto di più! Gli offrirà diventare suo assistente
di fiducia. Mentre Scarafoni cercherà di scappare portando con sé i soldi; ma
il suo tentativo di fuga sarà bloccato dai genitori e i bambini ricchi defraudati
e finirà in rovina. La
Freccia Azzurra è un prodotto di animazione italiana estremamente riuscito, attraverso
cui E. D'Alò ha saputo conservare con straordinaria sapienza la freschezza e la
poeticità della fiaba di Gianni Rodari, da cui è tratta. I disegni tondeggianti
e dinamici, realizzati dall'abile Paolo Cardoni, concorrono ad esprimere in modo
diretto e dinamico l'assetto narrativo della fiaba, senza mai forzarlo o banalizzare
la profondità delle tematiche affrontate. Sono particolarmente suggestive
le immagini in cui Spicciola sogna di essere divorato, insieme a Francesco, dalla
bramosia di Scarafoni; il sogno dello stesso Francesco, in cui fantasia desideri
e realtà si intrecciano: dono ulteriore della Befana, in quanto consapevole del
desiderio più profondo del bambino. Da sottolineare inoltre le sequenze in
cui le estrose matite si adoperano per divertire un dolcissimo bambino di circa
5 anni: ancora una volta realtà e immaginazione si dilatano, al fine di restituirci
lo straordinario mondo dell'infanzia e del gioco ad esso connesso. Ciò porta a
riflettere su come il bambino, diversamente dall'adulto, sa creare, animare, guardare
all'essenziale delle cose, dialogare con l'inanimato. La Freccia Azzurra ha saputo
far emergere in modo semplice e lineare anche le importanti riflessioni che caratterizzano
il racconto originale; come la critica al consumismo; la necessità di riscoprire
la funzione didattica del gioco; la delicatezza dei sentimenti, della solidarietà,
della gratuità e della generosità. Non mancano inoltre elementi della tradizione
tipicamente italiana (anche drammatici come la povertà sociale, la divisione in
classi, il lavoro minorile), ovvero di uno spaccato dell'Italia tra gli anni 30
-50. Consiglio a tutti la visione di questo primo lungometraggio di Enzo
D'Alo, incorniciato dalle musiche di Paolo Conte, le cui note struggenti e melanconiche
rendono in pieno la dolcezza e la tenerezza insita nella storia. La Freccia
Azzurra fu presentato nel 1996 a Venezia, sezione Iniziative Speciali, e vinse
il David di Donatello e 2 nastri d'argento. di
Helga Corpino
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Titolo
originale: | La
freccia azzurra |
Nazione: |
Italia
Lussemburgo Svizzera |
Anno: |
1996 |
Genere: |
Animazione |
Durata: |
92' |
Regia: |
Enzo
D'Alò | Soggetto: |
Gianni
Rodari |
Produzione: |
Lanterna Magica , Fama Film AG , Monipoly Productions |
Distribuzione: |
Sacis
| Musiche: |
Paolo
Conte | <<precedente
Tutti
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