Julia
- Le avventure di una criminologa
Titolo
originale: Julia - Le avventure di una criminologa Personaggi: Julia
Kendall, Alan J. Webb, "Big" Ben Irving, Leonard "Leo" Baxter e Emily Jones Autore:
Giancarlo Berardi Editori: Sergio Bonelli Editore | Nazione:
Italia Anno: ottobre 1998 Genere: Fumetto Giallo, Thriller Età
consigliata: Adolescenti dai 13 ai 19 anni |
"Julia
Le avventure di una criminologa" è il fumetto della Sergio Bonelli Editore
uscito nel '98 ideato e sceneggiato da Giancarlo Berardi, che potete trovare
in tutte le edicole a cadenza mensile.
Il genere in cui si è cimentato l'autore è un 'noir' ben
condotto e documentato: egli trae spunto da fatti di cronaca
nera realmente accaduti e attinge le sue risorse dai più
aggiornati studi di criminologia. Quest'ultima interseca,
avvalendosene, importanti discipline come la psicologia,
la psicanalisi, l'antropologia, la sociologia, le scienze
giuridico-politiche etc. Ogni Albo della serie è costituito
da 130 pagine circa, rispetto alle 98 degli altri Albi della
Bonelli. Tale espansione ha consentito a Berardi
di imprimere un'andatura cinematografica - tipica nel suo
stile - più incisiva. Anche grazie all'uso di un diario
- dove la protagonista annota praticamente tutto - attraverso
cui il lettore comprenderà la complessa personalità di Julia,
la realtà che la circonda, i fatti e la dinamys dei vari
delitti. Julia
Kendall è un'affascinante donna dei nostri tempi sulla
trentina (le cui sembianze ricalcano quelle di Audrey
Hepburn) e vive nell'immaginaria città di Garden City
(distante un centinaio di metri da New York). L'espediente
di creare una città fittizia - come sfondo dei vari crimini
- ha consentito a Berardi di sfruttare un materiale umano
tanto ricco quanto eterogeneo e complesso, in modo da descrivere
le mille sfaccettature dei diversi strati sociali senza
incorrere in errori e/o banalizzazioni. La protagonista,
per l'appunto criminologa di successo, oltre a collaborare
con la procura distrettuale al fine di risolvere i casi
più difficili, insegna criminologia in una prestigiosa università
del posto: le sue lezioni riscontrano un notevole successo,
perché la stessa dà un taglio interessante e coinvolgente
alle tematiche che affronta di volta in volta; inoltre cerca
di instaurare con i partecipanti un dialogo che vada oltre
il mero e formale rapporto docente- studente. Osservandola
agire sul campo, notiamo da subito tenacia, determinazione
e meticolosità, ma i tratti salienti che caratterizzano
il suo lavoro sono questi: spiccata sensibilità e capacità
intuitiva. Infatti, nel corso dei numerosi e coinvolgenti
episodi Julia, avvalendosi di una metodologia scientifica
e rigorosa, ricercherà le cause formali e sociali di un
delitto, nondimeno quelle recondite: le ragioni inconsce
e traumatiche, che spingono un killer a compiere le maggiori
atrocità sulle sue vittime. Per meglio intenderci, cito
dal suo diario (episodio N° 1, 'Gli occhi dell'abisso'):
"Per la polizia, un assassino è sempre e solo un colpevole.
Al criminologo, invece, interessa anche quanto è stato vittima
a sua volta. La violenza è sempre frutto di un'altra violenza…"
. Ciò implica che il criminologo cerchi di immedesimarsi
con l'assassino per prevederne le mosse. Ecco perché lo
stesso Berardi, tracciando il profilo psicologico della
protagonista, ama definirla 'detective dell'anima' . Scendere
fra gli abissi più oscuri della personalità del killer,
significa intraprendere un viaggio faticoso e angosciante;
un viaggio che riserva molte insidie e pericoli. Tuttavia
il coraggio, l'intelligenza di Julia e soprattutto
la sua particolare attitudine a voler comprendere, e non
solo punire, la natura oscena e terrificante di certi comportamenti,
avranno la meglio. Ma chi è Julia nel privato? Una
donna indipendente e single convinta (in seguito ad alcune
relazioni sentimentali infelici), che abita in una villetta
elegante e confortevole con la sola compagnia della sua
gatta Toni e di Emily (su cui mi soffermerò più sotto).
La stessa ama molto il cinema (specie quello degli anni
'40), la musica (suona anche il pianoforte) e la letteratura
(dispone di una biblioteca vastissima e ben curata). Soprattutto
nei primi episodi di questa collana la vedremo in preda
a incubi e notti insonni: strascichi di esperienze traumatiche
del suo lavoro. Come accennato, Julia ha l'abitudine di
scrivere un diario, grazie a cui ci sarà data visione dei
suoi pensieri, fino a cogliere la parte più intima e fragile
di questa giovane donna…come anche un po' della sua solitudine.
Lei
e la sorella minore, Norma, orfane di entrambi i genitori,
sono state cresciute dalla nonna materna, Lillian Osborne
(attualmente ultrasettantenne). Norma è una modella di fama
internazionale - sempre in giro per il mondo, lontana dagli
affetti più cari - con problemi di tossicodipendenza alle
spalle non del tutto risolti. Le due sorelle si vogliono
bene, ma causa dei rispettivi lavori e dei ritmi incalzanti
si vedono e sentono poco. Julia condivide con la
nonna la sua apprensione nei confronti di Norma. L'anziana
signora per comodità vive in un pensionato, ama molto chiacchierare
- Julia va a trovarla tutte le volte che può - e ricordare
il passato, soprattutto i giorni felicemente trascorsi con
il marito scomparso, Walter (archeologo di fama mondiale).
Lillian mette a disposizione la sua saggezza, offrendo
alla nipote spunti di riflessione per le proprie indagini.
Da nonna affettuosa e premurosa, vorrebbe vederla felicemente
sposata. A far parte della quotidianità della protagonista
c'è Emily, donna di colore dal passato turbolento:
ha avuto diversi mariti e altrettante separazioni da perdere
il conto; dotata di buon senso, è un tipo simpatico, forse
un po' brontolona, e con un a certa antipatia per "l'uomo
bianco al governo". Nei confronti di Julia è molto materna
e protettiva (la rimprovera perché non mangia a sufficienza
e provvede a lasciarle sempre qualcosa di pronto). Conoscendo
le paure e le ansie della giovane, spesso si trattiene,
con una scusa o con l'altra, fuori dall'orario di lavoro
per non lasciarla sola durante la notte.
Emily
è una presenza solida, indispensabile nella vita e nella
sfera affettiva delle nostra amica. Durante le indagini
la Kendall si avvale della collaborazione dell'investigatore
privato Leo Baxter (titolare della Baxter Investigation);
pur essendo di temperamento abbastanza quieto, su di lui
si concentrano le scene d'azione e di violenza. Lo stesso
ha un fare ironico e anticonformista, nonostante ciò è un
professionista attento e preparato: al passo con la perspicacia
e il metodo della criminologa, con lei in perfetta sintonia
professionale. Anch'egli single, ha un debole per le donne
(specie se di colore), da cui è ampiamente ricambiato. Leo
e Julia sono uniti da una fraterna e duratura amicizia,
oltre che da un rapporto di fiducia e stima reciproche.
Fra incarichi pubblici e privati di cui si occupa la criminologa,
alcuni le sono affidati dal procuratore capo della contea,
Micheal Robson, un cinquantenne dai modi garbati e particolarmente
dotato della capacità di mettere insieme gli elementi di
un delitto, così da comprenderne la logica interna. Inoltre
ha le mani in pasta alla politica, motivo per cui non gode
delle simpatie del tenente Webb. Alan Webb è un altro riferimento
decisivo nella vita professionale di Julia; caratterialmente
è un uomo un po' aspro e impaziente, si occupa delle inchieste
in modo sbrigativo (come del resto nelle relazioni interpersonali
specie quando si tratta dell'affascinante investigatrice…
;-) . A causa di una diversa impostazione sul campo, i due
sono spesso e volentieri impegnati in animate discussioni,
a cui assiste divertito il bonaccione Irvin Ben (detto anche
'Big' Ben, per la sua ingente mole: segno evidente che sua
moglie Rose è proprio una cuoca con i fiocchi!); quest'ultimo
è l'aiutante, più che affidabile e competente, del tenente.
Mentre il distretto centrale della polizia è diretto da
Clyde Carter, uomo di colore sui sessanta, che spicca per
la sua personalità composta e decisa. Il dottor Trait è
colui che si occupa dell'autopsia dei cadaveri: i suoi referti
sono precisi e infallibili. Ma come non spendere qualche
riga sulla Morgan 4/4 bianca capottabile del '67 di Julia?
Avuta come pagamento per un lavoro svolto, causa alla giovane
una moltitudine di problemi, ragion per cui vorrebbe sostituirla
con una macchina meno impegnativa. Solo che il suo meccanico
di fiducia Nik, al quale è stato affidato l'incarico, rimanda
deliberatamente la commissione: sua opinione è che Julia
debba soltanto imparare ad amare questo splendido gioiello.
Nel frattempo si prende cura lui della Morgan, secondo il
culto del collezionista d'auto). Fra i tanti episodi ricordiamo
i quattro albi dedicati alla serial- killer Myrna Harrod,
che dopo un terribile susseguirsi di delitti, sarà messa
allo scoperto. Ma non finirà così, dato che l'assassina
riuscirà a scappare a causa di un intervento frettoloso
della polizia: la ritroveremo negli episodi successivo,
più crudele che mai, e questa volta intenzionata ad uccidere
Julia, per la quale prova impulsi di tipo contrastante.
Un'appunto importante da fare è l'apprezzabile capacità
mediante cui Berardi, mette a fuoco i gravi conflitti patologici
della serial- killer, nonché la sua omosessualità, senza
banalizzarli. Julia infatti scoprirà che tali conflitti
scaturiscono dall'infelice rapporto con la figura materna,
alla quale Myrna non è riuscita a perdonare di averla abbandonata
per un uomo, quando lei era ancora una bambina. Con la conseguenza
che questo trauma è degenerato in una forma di attrazione
sessuale frammista ad un sentimento d'odio verso le donne
e quindi, nelle diverse circostanze, ad atti di violenza
omicida. Fra gli Albi più riusciti ricordiamo ancora il
N° 44, "Lo specchio dell'anima", che ruota intorno alla
ricostruzione da parte di Julia della morte di una giovane
musicista di successo, Elisa Perht. Anche in queste pagine
l'autore - non senza l'aiuto del abile disegnatore Claudio
Piccoli, che ha saputo imprimere la giusta espressività
ai volti e soprattutto agli sguardi - è riuscito
attraverso le idagini di Julia a introdurre il lettore,
in modo inequivocabile alla comprensione della giovane donna
e della sua intimità: fragile intreccio di paure e angosce,
amore assoluto per la musica, sogni, contraddizioni, fragilità
e solitudine. Inoltre non va trascurata la descrizione del
padre Graham Perht della vittima, un uomo freddo ed esigente,
incapace di dare affetto alla figlia. Soltanto ripercorrendo
le tappe della vita della giovane, Julia farà luce sugli
eventi, ricongiungendo i frammenti di quel fragile specchio
che è stata Elisa. Questo
mese (Aprile 2004) è in edicola il N° 67, "La chiamavano
Betsy Blue": è la storia di una graziosa quindicenne, Elisabeth
Frost, eccellente nelle attività scolastiche e sportive,
che viene miseramente uccisa. Le indagini relative al caso
porteranno in luce una serie di misfatti, tali da smentire
il prestigio e il buon nome della scuola; uno di questi
è l'uso illecito di fotografie scattate di nascosto negli
spogliatoi delle ragazze. La narrazione si muove in modo
tale da far cadere i sospetti su più indiziati, solo alla
fine scopriremo il colpevole: quello apparentemente più
innocuo e impensato…
Recensione
di Helga Corpino Il
personaggio di Julia, i nomi, le immagini e i marchi registrati sono copyright
© Sergio Bonelli Editore 1998 - Giancarlo Berardi e vengono qui utilizzati a scopi
conoscitivi e divulgativi. |