RITORNA
JONNY LOGAN
Presentata
a Lucca comics la pubblicazione cronologica di tutti i numeri
di Jonny Logan, dalla Edizioni Losupponevo di Parma
E' prevista una periodicita' mensile che,cronologicamente,
ripropone tutta la serie.
PIU
VIZI CHE VIRTU!
di Romano Garofalo
Jonni
Logan è il protagonista di una scalcagnata banda
di cacciatori di taglie. Assieme al Professore, Ben Talpa,
Dan Muscolo, Mago Magoz, si dà da fare più
che altro per sbarcare il lunario in una gara per lesistenza
sempre abbastanza precaria. Questo schema ripetitivo è,
però, il pretesto per una satira di costume che,
a distanza di anni, è sempre di grande attualità.
Evidentemente le cose non sono poi cambiate di tanto...
Apparso agli inizi degli anni Settanta, ebbe immediatamente
grande riconoscimento di critica e di pubblico per due caratteristiche
di assoluta novità nel panorama del fumetto italiano:
- L'ambientazione delle storie in Italia, in un un periodo
di grande esterofilia, in cui si pensava che i fumetti per
funzionare dovessero essere ambientati negli Usa.
- La satira di costume rivolta a un pubblico di lettori
di 13, 14 anni: mai prima di Jonni Logan un fumetto rivolto
agli adolescenti aveva trattato temi difficili,
come Colpo di stato allitaliana, su un
pericolo non tanto immaginario nellItalia di quei
tempi; Favorevole o contrario, sul controverso
tema del divorzio; La Mafia non esiste, come
amenamente affermavano in tv anche politici di un certo
spessore; Tartassa agente delle tasse, su un
tema attualmente piuttosto dibattuto, e potremmo continuare
in queste citazioni perche Jonni Logan è stato, per
certi versi, più di un fumetto: di mese in mese,
di uscita in uscita, ha rappresentato uno spaccato satirico
e pungente dellItalia del tempo e, più
in generale, un affresco dei nostri vizi e delle nostre
virtù ( più gli uni che le altre...).
Jonni Logan approdò anche in tv, nella fortunata
serie di RaiDue Supergulp.
Alcune
trame, brevemente:
1) La Befana Meccanica- N° 7 Gennaio 1973
6
Gennaio, a casa dei CT arriva una befana meccanica. Si,
proprio cosi' , una befana fatta di viti e bulloni ha sostituito
la vecchia cara vecchietta di una volta. I nostri amici
escono di casa e si accorgono di essere stati catapultati
nel 2002, dove la scienza e la tecnica hanno preso il sopravvento
e ,in una societa' del genere, non c'e piu' posto per affetti
e sentimenti.
Gli uomini sono eliminati " per legge" dopo i
40 anni perche' improduttivi, ed e' stata legalizzata la
caccia a poeti ,artisti e creativi in genere in quanto sovversivi
dell'ordine costituito.
Ma questa nuova organizzazione sociale avra' due fieri e
indomabili oppositori: la Befana e Babbo Natale , i due
simpatici vecchietti che,per necessita' di cose e come segno
dei tempi, sono diventati due fieri antagonisti che si oppongono
con ogni mezzo a una societa' disumanizzata ed arida.
2) IL Ritorno del guerriero N 37 agosto 1975
Topolino , marine degli Stati Uniti, ritorna dal Vietnam:
schiere di patrioti americani vanno a festeggiarlo al suo
arrivo. Tutte le Tv sono pronte ad immortalare l' evento
del ritorno del reduce piu' popolare d' America, ma ecco
la grande delusione : Topolino, durante la sua prigionia,
e' stato indottrinato dai Vietcong: come prima cosa prende
a calci Pluto " perche' la sua canina e servile fedelta'
lo disgusta" , poi inizia la sua fiera contestazione
al sistema americano. Sconcerto di chi vedeva in Topolino
il simbolo dell'americano medio, buono , operoso, patriota
ed anticomunista : " Me l'hanno rovinato quei comunistacci
dei Wietcong, si dispera Minny "...
3) La strana clinica del Dottor Squarta Squarta. N°
33 Marzo 1975
Un
racconto sulla malasanita',o meglio sulla buonasanita' per
i paganti che gia' all'inizo della storia vengono premurosamente
ricoverati in stanze con aria condizionata, musica stereofonica,
vista collina ecc, mentre i mutuati vengono avviati ad un
nastro eliminatore che,letteralmente, li manda " fuori
dai piedi ".
Nella clinica del Dottor Squarta Squarta succede di tutto,scommesse
tra gli infermieri su chi tira le cuoia piu' celermente,
solerti impresari di pompe funebri che vanno a prendere
le misure al paziente quando e' ancora vivo, interventi
operatorii di bassa macelleria che terminano sempre con
l'arrivo di Don Trapassa, il prete che da' l'estrema unzione
a passo..di danza.
Le situazioni sono ovviamente estremizzate in chiave caricaturale,
ma la problematica del malfunzionamento sanitario e' un
problema che appare reale.
4) IL Pubblicitario : N° 46 - maggio 1975
Il racconto inizia con una breve cronistoria della pubblicita'
: dagli esordi , " il primo pubblicitario fu il serprente
che indusse Eva ad acquistare una mela ", fino ai giorni
nostri in cui un pubblicitario pazzo e speculatore induce
la gente ai " falsi bisogni", come l'acquisto
di un anello al naso ,di gran moda, o
un leone in carne ed ossa: da passeggio, da guardia , addirittura
fermacarte .
La gente,infatti, appare il il necessario supporto del pubblicitario
, e' quasi il rovescio di una stessa medaglia, in una folle
corse al consumo delle cose piu' inutili,
in un gioco delle parti , quasi uno scambio di ruoli, in
cui non si capisce chi sia piu' insano di mente.
5) C'era una volta una scuola...: N° 32 - Febbraio
1975
Come dice il titolo , questo racconto fa una cronistoria
della scuola dalle origini ai giorni nostri, caratterizzata
dai problemi di sempre: da una parte l'atteggiamento sempre
un po' autoritario e conservatore dei professori e dall'altra
il tentativo degli alunni di ritagliarsi con l'ironia e
gli scherzi un po' goliardici uno spazio di liberta'.
Ma fino a quando non si arriva al fatidico 1968,
l'anno di rottura in cui gli studenti contestano l' autorita',
fanno manifestazione di piazza, si appropriano degli spazi
scolastici.
Insomma un grande vento di liberta' spira tra le aule scolastiche
e il ministero dell'istruzione si adegua e prende atto dei
problemi della scuola e della necessita' di riforme.
Ma poi il 69 passa, si arriva agli anni 90 , i contestatori
di allora si sono integrati, ora hanno incarichi di prestigio,
posizioni di potere e non contestano ..se stessi .
Intanto il ministero della istruzione continua a prendere
atto dei problemi della scuola e della necessita' delle
riforme.
6) Colpo di stato all'italiana... : N° 2 agosto 1972
Gli anni 70 erano anni difficili, da piu' parti si vociferava
di veri o presunti colpi di stato che,poi , in una occasione
, si sono anche concretizzati in un maldestro e pasticciato
tentativo all'italiana, come Jonny Logan aveva profeticamente
intuito in questa storia in cui ritroviamo politici della
prima repubblica, vecchi arnesi del passato, nostalgici
un po' rincoglioniti , militari che amano giocare alla guerra,
tutti poi finiti nei patrii ...manicomi.
7) La Mafia non esiste... : N°9 marzo 1973
Sembra qualsi surreale ma nel 1973, quando questo numero
di Jonny Logan e' uscito non era infrequente vedere qualche
politico presentarsi in Tv ed affermare, candidamente,che
a lui non risultava esistere alcuna mafia e che era solo
un' invenzione dei giornali.
La storia parte ,pertanto ,da questo paradosso per arrivare,
dopo aver cercato di capire chi era Don Ciccio Bracalone
protagonista del racconto detto anche "pezzo da novanta"
non si sa per qual motivo, ad affermare in commissione antimafia
che "la mafia non esiste" e chi non ci crede ..lupara
lo colga, letteralmente perche' l'unico non in linea con
la versione ufficiale viene eliminato.
8) Tartassa agente delle tasse: N° 28 - Ottobre 1974
Gli Italiani, tornando dalle vacanze, si ritrovano improvvisamemte
tra i piedi, terrorizzati, Tartassa, l' agente delle tasse:
basterebbero queste parole per caratterizzare una storia
che, nell 'immaginario collettivo, evoca oscure ed ataviche
paure che hanno direttamente a che fare con quanto gli italiani
hanno di piu' caro, dopo la mamma s'intende: il proprio
portafoglio.
A loro scusante hanno certamente che Tartassa e' un sinisitro
personaggio, con dentini aguzzi, occhi iniettati di sangue
e
un' insana voglia di tassare , tassare , tassare...
Per di piu' sembra abbia una certa predilezione a tassare
i poveri piuttosto che i ricchi coi quali ha mano "
rispettosa e leggera", e quando tenta di tassare i
piu' abbienti , secondo l'ormai celebre motto che passera'
certamente dalla cronaca alla storia " anche i ricchi
piangano" , finisce...in manicomio.
IL
DITO NELLA PIADA
di Graziano Frediani
Fino
a sessanta, cinquanta, quaranta anni fa (ma il conto alla
rovescia potrebbe probabilmente continuare sino a oggi),
in Italia, tutto ciò che suonava americano
sembrava avere una marcia in più. Pur di fuggire
dalle piccole, deprimenti miserie quotidiane di casa nostra,
ogni mezzo era buono. In questo senso, il fumetto
unarte autenticamente popolare, evasiva
per definizione era insuperabile nelloffrire
sogni americani a buon mercato. E che gli eroi
messi in campo fossero nati (e vivessero) molto, molto lontano
da Sperlonga o da Cavarzere lo dimostravano, in primo luogo,
i loro nomi, esotici sì, ma spesso ingenuamente semplificati
trasformando, magari, Sam in Sem, Jack in Gek, Jim
in Gim per non renderli ostici ai lettori meno colti.
Il più usato, il nome che suonava più americano
di qualunque altro, ovvero John, compariva sia tale e quale
(pensate a Forza John e John Arizona),
sia nella variante vezzeggiativa (ed ecco allora i vari
Johnny Manila, Johnny Beat, Johnny
il Capellone, Johnny Honda, Johnny
Karate, Johnny Nero, Johnny Spingarda),
sinché, a sparigliare le carte in tavola, a rompere
lincantesimo, non venne lui, il Johnny senza la acca,
il Johnny meno americano di tutti
Jonny
Logan.
Nonostante le apparenze, Jonny Logan è un personaggio
italiano, italianissimo, e la dimostrazione vivente che,
dietro i sogni da quattro soldi, dietro le velleità
da provinciali, dietro i mille, malinconici vorrei
ma non posso da cui sono cronicamente afflitti i figli
del Belpaese (inteso anche nel senso del formaggio), non
è sempre tutto oro quel che luccica. Perché
Jonny Logan non è il nome vero di un eroe a stelle
e strisce, ma lo pseudonimo sgrammaticato di uno come noi:
tale Giovanni Loganetti, un giovanotto di belle speranze,
che applica con ammirevole ostinazione la vecchia arte nazionale
di arrangiarsi. In una zona non certo lussuosa, alla
periferia di una grande città italiana, vive ed opera
la Banda dei C. T., si leggeva nel breve testo che
presentava ai lettori n. 1 della collana, pubblicato dallEditrice
Dardo nel luglio 1972. Chi sono i C.T.? Ma i cacciatori
di taglie, perbacco! Uomini duri e spietati che braccano
tenacemente i banditi per denaro, continuava, in tono
un po più epico, lanonimo estensore di
quel manifesto programmatico. Ma subito si correggeva, ridimensionando
impietosamente lidentikit dei sullodati C. T.: Se
dobbiamo essere sinceri, i nostri poi tanto duri non sono
e nemmeno molto spietati, e in quanto a denaro, non è
che ne vedano molto. Da questo punto in avanti, laffresco
si tingeva di una luce inequivocabile: A capo della
banda vi è il Professore, così
chiamato per una certa laurea in non sappiamo che cosa,
ottenuta in un luogo non ben definito, cioè a tutti
sconosciuto. Punta di diamante della ganga è Jonny
inventore di invenzioni che nessuno si sognerebbe mai di
inventare allinfuori di lui; danno poi lustro al gruppo,
Mago Magoz, illusionista e imbroglione a tempo perso, Ben
Talpa, il protestatario (si dice che ancora
sia da nascere qualcosa che gli vada giusta) ed infine Dan
Muscolo, dalla intelligenza non certo tra le più
pronte, ma dal cazzotto facile. Inutile specificare
che anche Ben Talpa e Dan Muscolo non sono quel che sembrano,
perché i nomi con cui risultano registrati allanagrafe
sono rispettivamente Benito Talponi e Danilo Muscolotti
Nellinsieme, un quartetto di simpatici cialtroni,
insomma.
Come lascia intendere quella significativa acca
in meno, nel mondo di Jonny Logan cè dovunque
qualcosa che non quadra. I muri sono sbrecciati, le strade
dissestate, le tubature gocciolanti, gli abiti rattoppati,
i calzini puzzolenti, le scarpe sfondate, le ascelle sudate,
le bocche sdentate, le bellezze sfiorite, le pance vuote
(o troppo piene). E le legittime aspirazioni dei poveri
diavoli sbattono continuamente il muso contro la coriacea
corazza della moderna società dei consumi, dove lipocrisia,
legoismo, la corruzione, le pastette e gli inciuci
la fanno da padroni assoluti. Qui, tutto è in bilico,
niente è in ordine, nessun miraggio mantiene le sue
promesse. E lunico modo per sopravvivere senza venire
annientati è sfoderare larma del ridicolo,
dellironia, della battuta demistificante
Nellestate del 1972, quando esordisce in edicola il
primo numero di Jonny Logan, lItalia è
immersa sino al collo negli Anni di Piombo: gruppi eversivi
rossi e neri, bombaroli pilotati dai Servizi Segreti, sequestratori
più o meno anonimi, mafiosi collusi con il potere
democristiano rendono latmosfera caotica e inquietante,
offrendo però molti pretesti succosi a che voglia
esercitare il suo senso critico ed esprimere la sua indignazione
anche soltanto (si fa per dire) in un albo a fumetti. Jonny
Logan vede la luce così, frutto dellincontro
fra due talenti dei comics made in Italy (un disegnatore
già noto e apprezzato, rovigotto di nascita ma milanese
dadozione, Leone Cimpellin, e un promettente sceneggiatore
riminese al suo battesimo del fuoco, Romano Garofalo), accomunati
dallamore per un umorismo dolce-amaro, condito da
un pizzico di sana follia.
Cimpellin, che si firma Ghilbert, affila la sua matita,
rendendola più corrosiva di quanto non fosse quando,
sulle pagine del Corriere dei Piccoli, illustrava
le allegre peripezie dellincompreso soldatino Gibernetta,
dellirascibile centurione Tribunzio, del candido moschettiere
Gelsomino, del giornalista pasticcione Gigi Bizz, o dei
futuristici amici Gianni e Rob-8. E Garofalo elabora storie
via via più vivaci, acute, demenziali, dividendosi
fra Milano e la nativa, amatissima Rimini, dove torna spesso
e volentieri a ricaricarsi le batterie, in mezzo a quel
mare di piade, pinete e pedalò, perché, sono
parole sue, un fumetto non può estrinsecarsi
dallambiente in cui nasce, non può tagliare
il cordone ombelicale con la sua terra, con la sua gente,
con le sue vicende. E da quel mondo apparentemente
piccolo, che però si rivela un osservatorio perfetto
del grande mondo circostante, rielabora in chiave
satirica, sino ai limiti del paradosso tanto episodi
minimi di vita quotidiana, quanto eventi importanti sbattuti
in prima pagina dai giornali.
Visto con il senno di poi, come ricorda lo stesso Cimpellin
nel volume a cura di Davide Barzi, pubblicato da Edizioni
If nel 2002, che ricostruisce la sua lunga carriera, spogliato
dalle maschere delle ambientazioni statunitensi di altre
serie, Jonny Logan andava a rompere le scatole su usi e
costumi tipicamente italiani, e lo faceva senza metafore,
con fendenti precisi. In un racconto, Garofalo fece addirittura
rapire il Papa!. Ma nelle vicende di questi volenterosi
ma cialtroneschi Cacciatori di Taglie cè anche
molto di più, e potrete facilmente scoprirlo da soli,
leggendo (o rileggendo) i primi due episodi della serie,
riproposti in questo volume. Due commedie in miniatura,
scritte e disegnate più di trentanni fa (anche
se non sembra) con la provocatoria intenzione di usare il
fumetto sia per divertire e divertirsi, sia per puntare
il dito contro malesseri e malcostumi diffusi, di fronte
ai quali lo disse, a suo tempo, il critico Carlo
Brusati Jonny Logan si erge come un antidoto,
nel senso che è un eroe antieroe. Oppone alla violenza,
al crimine legalizzato, ai soprusi, agli eccessi, alla mafia,
la sua furbizia latina, la sua abilità nel sapersi
trarre dimpaccio con il minimo sforzo, il suo buon
senso, il suo dinamismo di povero essere alle prese con
gli stimoli della fame. Un problema che tutti i Johnny
(con la acca) precedenti non avevano, di certo,
mai dovuto affrontare.
A questo indirizzo breve scheda sull'autore
http://www.mostralfonso.com/It/Sections/Base/Main.php?SrvId=1001103
A questo indirizzo breve rassegna stampa
http://www.mostralfonso.com/It/Sections/Base/Main.php?SrvId=1001104
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