Le
bambole, quale oggetto ludico, sono documentate fin
dai tempi più remoti. Se ne trova traccia nelle tombe
egizie, nel sarcofago di una bambina dove è stata ritrovata
una bambola col corpo di stoffa e testa di legno, ma
anche in tombe greche del V secolo sono state rinvenute
sagome antropomorfe di terracotta che lasciano pensare
a un gioco per bambine. Durante l'epoca romana, le bambole,
non sono più solo un gioco per bambine,
ma anche un dono da dedicare alle divinità alla viglia
delle nozze. In epoca moderna le bambole sono prodotte
da artigiani locali, veri e propri artisti, celebri
i Pupi delle Fiandre, ma anche da fabbriche di giocattoli,
soprattutto in territorio tedesco.
Prima
del '900 le bambole erano soprattutto di fattura tedesca
e francese. Si tratta di bambole sia rigide che articolate,
realizzate con diverse tecniche e materiali quali legno,
carta pesta, biscuit, oppure con una testa monoblocco
in materiale rigido e corpo in stoffa. Nel 1909 però
avviene una vera rivoluzione grazie all'intuizione
del tedesco Franz Reinhard che propone una bambola con
fattezze da neonato, inizia così la fortunata
produzione di "bébés de caractère" , bambole con espressioni
facciali molto naturali e con teste intercambiabili.
Le migliori produzioni dell'epoca sono state realizzate
dalla SFBJ, Société Française de Bébés et Jouets di
Parigi.
Qualche
anno dopo in Italia spopolano le bambole Lenci, realizzate
in panno pressato dall'omonima azienda da cui le bambole
prendono il nome, di pannolenci, appunto. Queste sono
bambole per bambine di famiglie facoltose, che possono
non solo permettersi tali oggetti, ma che hanno anche
la possibilità di giocare in un periodo in cui perfino
i più piccoli lavoravano in casa e nei campi. Dal 1930
fa la sua entrata in scena la bambola di celluloide,
con prezzi decisamente più accessibili. Le bambole presentano
stampe definite, capelli in rilievo e dipinti, arti
ben torniti e una serie di abitini di ricambio. Questo
è infatti il divertimento delle bambine, giocare con
bambole dotate di corredino, emulando le loro mamme
nell'accudimento dei fratellini più piccoli.
Durante
gli anni '30, tra i modelli più ambiti di bambole SFBJ
la "France" e la "Marianne" con un guardaroba principesco.
Tra i maggiori produttori a livello internazionale,
oltre alla gà citata SFBJ, si segnalano Cuno e Otte
Dressel, tedeschi, che fabbricavano bambole in cera,
biscuit e papier mâché. I Pierotti, londinesi di origine
italiana, creavano bambole in cera di eccellente qualità
e di grande valore ai giorni nostri. In Italia tra i
più grandi produttori si annoverano Furga, che fabbricava
bambole in cera e in seguito in biscuit, Elena
Konig ed Enzo Scavini che producono nel 1920, a Torino,
le bambole Lenci che ebbero uno straordinario
successo.
Le
bambole "d'autore" erano quindi riservate a un'utenza
benestante, soprattutto nel periodo tra le due Guerre.
Oggi sono diventate ambiti pezzi da collezione, sebbene
in Italia questa pratica sia più comune tra i collezionisti
di bambole moderne, a partire dalla Barbie.