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“In una scatola tutta la magia del calcio” e “La partita è tutta nelle tue mani”. Questi solo due dei tantissimi slogan, che hanno accompagnato nel corso di una lunga e continua carriera il gioco del Subbuteo. La storia del calcio da tavolo più antico di sempre comincia nel 1947, quando P. Adolph per contrastare un gioco famoso chiamato New Footy, che andava per la maggiore fra gli adolescenti di allora, inventò il Subbuteo.

All’inizio era tutto un po’ spartano e i giocatori erano personaggi di cartone, che furono cambiati dopo alcuni anni in miniature di plastica dei giocatori.  Nella scatola uscivano due porte di ferro, le regole del gioco e le due squadre, ma non il telo verde... anzi nella prima edizione si consigliava addirittura di prendere una vecchia coperta e disegnarci sopra le righe che tracciano il rettangolo di gioco. Il resto era cosa fatta, la fantasia dei bambini ha innescato una vera e propria passione, che come vedremo continua ancora oggi a dispetto delle mode e della dilagante tecnologia. Il nome subbuteo deriva da un falco, che ha la capacita di centrare precisamente la sua preda. Simbolo che rappresenta anche il logo della prima serie del gioco.

Dal sessanta al sessantanove, comincia un vero e proprio periodo artistico per la realizzazione dei giocatori che sono addirittura dipinti a mano e con l’acquisto dei brevetti da parte della Weddingtons, le squadre furono portate a circa 350 e furono apportate anche numerose modifiche, che resero il gioco più avvincente e pratico aumentando notevolmente la sua popolarità in tutt’Europa. Molti i club che sorsero in quegli anni, quando il Subbuteo divenne una realtà economica notevole che durò fino agli inizi degli anni ottanta, quando la sfida più grande per la sopravvivenza del gioco fu messa alla prova della nascita delle prime console per videogiochi e dai personal computer. A puntare nuovamente sul gioco dai calciatori con la base di plastica fu l’azienda statunitense Hasbro, che nel 1996 fece suoi i diritti e apportò numerose modifiche. Trasformazioni che portarono anche all’annullamento del contratto con la ditta genovese che distribuiva il Subbuteo in Italia: la fabbrica Parodi che iniziò, nonostante tutta la produzione di squadre del tutto simili con il marchio Zuego, che in genovese significa appunto gioco.

Nonostante gli impegni per rilanciare il gioco, nel 2000 la Hasbro, annunciò la fine della produzione perché non si riusciva più a stare al passo con l'imperversante successo dei videogiochi. La decisione però trovò le aspre proteste dei fan del gioco, che con dissensi e pacifiche portò comunque la ditta americana al ripensamento e si continuò a produrre il gioco in una versione più ristretta fino al 2002.

Alla fine di quest’ultimo anno, la ditta nostrana Parodi tornò alla ribalta ottenendo una licenza di produzione del marchio Subbuteo, facendo conoscere una nuova primavera al gioco inglese. Nel 2003 la licenza fu revocata ma tornò prepotentemente alla ribalta l’anno successivo, con una nuova versione che riprendeva in qualche modo quella degli anni cinquanta. Il successo del Subbuteo dura tutt’oggi e ironia della sorte, proprio grazie a quella tecnologia che ne decretò il fallimento. Grazie ad Internet, infatti, si mantengono vivi contatti fra i milioni di siti di appassionati del gioco, che ogni anno organizzano manifestazioni e tornei. Negli anni si sono fatti numerosi tornei importanti e addirittura, si sono svolti tra gli ottanta e i novanta anche ben sei mondiali del gioco. In Italia la manifestazione più importante era il Guerin Subbuteo, torneo nazionale giunto a ben sei edizioni ed aperto a tutti con una fase prima regionale e una finale nazionale. Le regole del gioco hanno subìto nel corso degli anni numeroso modifiche, l’ultima nel 2013.

 

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