IL
SIGNOR BONAVENTURA
Titolo
originale: Il signor Bonaventura Personaggi: Il signor Bonaventura,
cane bassotto, Barbariccia, Cecè Autore: Sergio Tofano Editori:
Corriere dei piccoli | Nazione:
Italia Anno: 28 ottobre 1917 Genere: Fumetto umoristico Età
consigliata: Ragazzi dai 6 ai 12 anni | Uno
dei personaggi più importanti del fumetto italiano è il Signor Bonaventura,
nato dalla geniale fantasia del attore di teatro Sergio Tofano (in arte Sto) e
che venne pubblicato all'interno delle pagine del Corriere dei Piccoli il 28 ottobre
1917, fino al 1943. Il suo successo dura fino a oggi e da molti è considerato
una icona della letteratura italiana per ragazzi, al pari di Pinocchio e di altri
classici. Sergio Tofano si calò nella parte del signor Bonaventura anche
in numerose rappresentazioni teatrali e arrivò a dirigere un film nel 1941,
interpretato da Paolo Stoppa dal titolo Cenerentola e il signor Bonaventura.
Sul Corriere dei Piccoli degli anni '80 il signor Bonaventura è comparso
con nuove storie e una rielaborazione grafica, ad opera del noto disegnatore Carlo
Peroni, mentre nel 2000 e 2002, sono stati realizzati due brevi cartoni animati
in grafica 3d da Gilberto Tofano e Marco Bigliazzi, che riprendono le celebri
storie: Bonaventura e il canotto e Bonaventura e il baule
premiato al Festival di Dervio. Come
per Bilbolbul, Quadratino, Fortunello e altri personaggi del Corriere dei Piccoli,
anche le storie del signor Bonaventura vengono raccontate tramite una didascalia
sotto la vignetta, in rima baciata che inizia quasi sempre con la frase Qui
comincia la sventura del signor Bonaventura.... Il racconto era racchiuso
in una pagina composta da otto vignette, mentre i disegni con dei semplici tratti,
trasmettevano tutta la purezza naif del personaggio e della sua epoca, con palazzi
e strade stilizzate prive di automobili e traffico. Il
signor Bonavenura è caratterizzato da una stravagante marsina di colore
rosso, un cappello a bombetta e dei pantaloni bianchi molto larghi. Nel corso
delle sue avventure viene sempre accompagnato da uno strano cane bassotto di colore
giallo, che molto spesso si rivela un protagonista determinante per lo sviluppo
degli eventi. All'inizio di ogni storia, il signor Bonaventura è sempre
povero e affamato, in cerca di qualche occupazione o qualche modo per sbarcare
il lunario, ma grazie alla sua generosità e ad una buona dose di coincidenze
fortuite, riesce sempre a togliere dai guai qualche persona benestante e ad essere
ricompensato con un milione, che nel dopoguerra vista l'inflazione
è diventata l'astronomica cifra di un miliardo di lire. Ogni
storia possiede lo stesso schema narrativo, pertanto nonostante dovrebbe essere
ricchissimo, Bonaventura inizia le sue avventure sempre povero e squattrinato.
Un personaggi di rilievo è l'immancabile nemico Barbariccia, un tipetto
calvo, vestito di verde e con una strana barbetta, che invidioso di Bonaventura
trama sempre qualche dispetto. Immancabilmente le malefatte gli si ritorcono contro
oppure, sono il movente delle fortunate conclusioni della storia a favore del
simpatico protagonista con la marsina rossa. Il più delle volte a ricompensare
il signor Bonaventura è il ricchissimo e vanitoso Cecè, sempre vittima
di qualche guaio o brutta figura imminente, che potrebbe ledere la sua immagine
agli occhi delle belle signore. Per fortuna le situazioni rocambolesche di Bonaventura
vanno sempre a suo vantaggio e per questo, ricompensa il suo salvatore con un
milione. Così accade anche con re, baroni o duchi di qualche fantomatico
regno o principato. Talvolta nelle filastrocche compare anche suo figlio Pizzirì,
identico a lui in tutto, salvo il fatto che è più piccolo. In
una storia troviamo il signor Bonaventura sopra un tetto, che cerca di riparare
la lunga canna fumaria della stufa. Proprio in quell'istante passa il bel Cecè,
vestito di tutto punto con un altissimo cappello a cilindro sulla testa, che però
viene schiacciato da un vaso che gli cade sulla testa. Il vanitoso Cecè
viene deriso dalle passanti, ma sbadatamente Bonaventura fa cadere la canna fumaria
dal tetto, che finisce proprio sulla testa del ricchissimo uomo. Quella lunga
canna fumaria assomiglia proprio al cappello a cilindro che portava, così
Cecè ricompensa Bonaventura con un milione. Nella storia Bonaventura
e il terremoto del aprile del 1926, troviamo il simpatico personaggio che
ha trovato impiego presso un negozio di libri rari. Arriva un cliente alla ricerca
di un Corano, molto raro e di grandi dimensioni. Bonaventura per accontentarlo,
va in giro per il mondo e trova l'enorme volume nientemeno che in Turchia. Mentre
sta per consegnare il libro, la città viene colpita da un terremoto che
fa crollare tutte le case. Bonaventura e il cliente si salvano, trovando riparo
sotto l'enorme libro che funge da tetto. Così per avergli salvato la vita
e aver trovato il prezioso Corano, il cliente ricompensa Bonaventura con un milione. Nella
storia Bonaventura e il bieco Barbariccia del giugno del 1929, troviamo
Bonaventura e il suo cane bassotto, sul ponte di un fiume che contemplano il lento
scorrere della corrente. Qui un canottiere, invita una robusta dama a salire sulla
sua esile barchetta, che vista la mole della signora è sul punto di affondare.
In quell'istante il malvagio Barbariccia, con una spinta vigorosa, fa volare Bonaventura
dal ponte che atterra sulla barca. Avendola controbilanciata con il suo peso,
la barca evita il naufragio e Bonaventura viene ricompensato dalla ricchissima
dama, con la somma di un milione. Un
altra avventura dal finale inaspettato è quella che vede il signor Bonaventura,
che mentre vagabonda per i prati, viene incornato da un toro inferocito. Bonaventura
si rifugia sopra un albero e la scena viene ripresa da un regista, che guarda
caso si trovava proprio li vicino. In seguito il film verrà proiettato
in una sala cinematografica e riscuoterà un enorme successo, tanto che
il signor Bonaventura riceverà un milione e un posto di lavoro dal proprietario
del cinematografo. Intorno agli anni venti, nascevano alcuni prototipi
di motoveicoli alquanto bizzarri, come ad esempio la motoruota. In una storia
del 26 ottobre del 1924, troviamo il signor Bonaventura alle prese con questo
strano veicolo. Il nostro simpatico personaggio, insieme al bassotto giallo, si
avventurano presso un scosceso sentiero di campagna, dove però si incastra
fra i legni di uno steccato. La motoruota di gomma continua la sua corsa, fino
ad arrivare al mare proprio quando il bellissimo Cecè stava per affogare,
dopo aver fatto il vanesio agli occhi di una maestrina. L'enorme copertone risulterà
provvidenziale, perché fungerà da salvagente portano in salvo il
ricco benefattore, che ricompenserà Bonaventura con l'immancabile milione.
Il
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