Titolo
originale: Mononoke-hime Personaggi: Ashitaka, San, Kaya, Patrona
Moro, Eccelsa Eboshi, Jiko, Toki, Nume Okkoto, Gonza, Somma Hii Autore:
Hayao Miyazaki Produzione: Studio Ghibli Regia: Hayao Miyazaki
Nazione:
Giappone Anno: 1997 Trasmesso in italia: 8 maggio 2014 Genere:
Avventura / Fantasy Episodi: 49 Durata: 134 minuti Età
consigliata: Adolescenti dai 13 ai 19 anni
Principessa
Mononoke (Mononoke Hime),
il lungometraggio del 1997 prodotto dallo Studio Ghibli e firmato
dal Maestro dell'animazione giapponese Miyazaki Hayao, premiato
con l’Oscar per il Miglior Film di Animazione nel 2003 grazie a La città incantata (2001) e
con il Leone d’Oro alla carriera, nel 2005, torna nelle nostre sale italiane,
per la gioia dei numerosi fan italiani ancora scossi dal suo addio alle scene:
Si alza il vento (2013), infatti, il suo lavoro più recente, presentato
al pubblico durante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del 2013, nei
cinema di tutta Italia dal prossimo settembre, è stato annunciato come la sua
ultima opera. Passato fugacemente nei nostri cinema nel maggio del 2000 grazie
alla Buena Vista disneyana, casa distributrice dell’ultima edizione in
dvd ormai oggetto di culto per gli appassionati della filmografia dell’autore
nipponico, Principessa Mononoke verrà distribuito in una nuova veste
(dialoghi e doppiaggio rinnovati), da Lucky Red nell’ambito della settimana
dedicata alla Festa del Cinema (8-15 maggio 2014).
La
genesi del film, uno dei maggiori successi commerciali dello Studio Ghibli,
fondato nel 1985 da Miyazaki e dal collega Takahata Isao, è stata alquanto travagliata:
basti pensare che la lavorazione si è protratta per mesi senza che lo staff avesse
tra le mani una sceneggiatura propriamente detta. Miyazaki, infatti, dopo aver
imbastito una trama sommaria della vicenda, decise di procedere seguendo la vena
creativa del momento.
La storia,
ambientata in un imprecisato Medioevo giapponese, racconta del Principe
Ashitaka, un giovane ma valoroso guerriero che, ferito dal gigantesco
cinghiale Nago trasformato in démone, abbandona il proprio villaggio in sella
al destriero Yakul per andare alla ricerca delle entità che hanno generato la
mostruosa creatura, nonché di una guarigione: la lesione causatagli dal demone,
infatti, potrebbe essergli fatale in breve tempo.
Yashitaka
viene a conoscenza dell’esistenza della foresta del Dio Cervo:
tale divinità, conosciuta anche con il nome di Colui-che-cammina-nella-notte o
Didarabocchi, potrebbe essergli d’aiuto ed il ragazzo si incammina verso
la foresta, abitata da creature fantastiche chiamate Kodama, da scimmie
voraci e da animali giganteschi.
Il
giovane si imbatte in San, la Principessa Mononoke, una ragazza
allevata da colossali lupi bianchi che odia gli esseri umani e che vive nella
foresta, lontana dalla civiltà, e in Eboshi, la donna a capo della Città del Ferro
che, approvvigionando le proprie fucine con il legname proveniente dal bosco,
sta velocemente distruggendo l’ambiente circostante. Dopo un iniziale contrasto,
San resta impressionata dal coraggio e dal valore di Ashitaka che, in breve tempo,
si innamora di lei, ricambiato.
Il
Dio Cervo scongiura la morte di Ashitaka, ma, dopo essere scampato all’attacco
del branco di cinghiali di Nago, in cerca di vendetta per la morte del loro capo,
il ragazzo viene costretto a lasciare la foresta da Moro, la gigantesca lupa che
ha accudito San fin da quando era piccola. Ashitaka accetta a malincuore il distacco,
ma, incamminandosi sulla strada di casa, assiste ad un attacco alla Città del
Ferro ad opera di una banda di sanguinari samurai e tenta di avvisare Eboshi,
impegnata in una battuta di caccia al Dio Cervo: la donna, infatti, alleatasi
con Jiro, emissario dell’Imperatore, intende uccidere la creatura per consegnare
al monarca la testa del mitologico animale dal volto umano, a cui vengono attribuiti
eccezionali poteri taumaturgici.
Riusciranno
San ed Ashitaka ad evitare la definitiva distruzione della magica foresta e la
morte del Didarabocchi?
Leggenda
vuole che, ai tempi della lavorazione del film, il primo in cui lo Studio Ghibli
decise di adottare, seppure in maniera discreta e con esiti oggettivamente sorprendenti,
l’allora innovativa tecnica della computer graphic, Miyazaki-san fosse afflitto
da un lancinante dolore al braccio destro, proprio quello con cui disegnava: nonostante
l’uso di una carta speciale, grazie alla quale era necessario imprimere minor
pressione alla matita durante l’atto del disegno, Hayao pativa enormemente e le
sedute di agopuntura a cui si sottoponeva parevano non sortire alcun effetto.
Perciò, Miyazaki era fortemente convinto che Principessa Mononoke sarebbe
stato il suo ultimo lavoro. Non pare un caso, quindi, che anche il protagonista,
Ashitaka, soffra di una dolorosa deficienza allo stesso braccio usato da Miyazaki
per disegnare e non è accidentale neppure l’afflato epico, esaltato dalle superbe
musiche di Hisaishi Joe, che pervade il film.
Principessa
Mononoke è tra i titoli di spicco finora prodotti dallo Studio Ghibli: si
tratta di un film ricco di contraddizioni, in cui convergono le dualità cui Miyazaki
ha sempre dedicato enorme attenzione, anche nell’ambito delle sue produzioni minori.
Il titolo
originale esprime chiaramente il conflitto che sottende la vicenda: in lingua
giapponese, Mononoke corrisponde ad una sorta di divinità vendicatrice
e Hime significa “principessa”. L’ambivalenza della protagonista, ragazza-lupo
combattuta tra la propria natura umana e l’ascendente ferino instillatole dalle
creature che l’hanno cresciuta, si rispecchia nel conflitto uomo-natura rappresentato
dal contrasto Città del Ferro-foresta del Dio Cervo: l’uno non può fare a meno
dell’altra e, spesso, la misura di tale necessità travalica i reali bisogni. Come
spesso accade nella filmografia di Miyazaki, sono i personaggi femminili ad essere
quelli più complessi: la figura di Eboshi, perfetto contraltare di San, è sfuggente,
inafferrabile, ella non è né buona, né cattiva e sottolinea l’inevitabile guerra
che ciascuno di noi combatte tra l’ideale ed il reale.
Esteticamente,
Principessa Mononoke è un film appagante, impeccabile dal punto di vista
visivo e cromatico: basti pensare all’estremo scrupolo con cui è stata rappresentata
la ricca vegetazione della foresta sacra o all’attenzione con cui viene riprodotto
l’abbigliamento dei samurai, ispirato a quello originale del Periodo Tokugawa
(1600 ca.).
Principessa
Mononoke è un racconto di formazione pieno di vibranti emozioni, portatore di
un messaggio ecologista, affascinante come un antico racconto di avventura. Imperdibile.