JONNY
LOGAN
Titolo
originale: Jonny Logan Personaggi: Jonny
Logan (Giovanni Loganetti), il Professore, Ben Talpa (Benito Talponi), Dan Muscolo
(Danilo Muscolotti) e il mago Magoz Autore: Romano Garofalo Editori:
Edizioni Dardo | Nazione:
Italia Anno: 1972 Genere: Fumetto umoristico Età
consigliata: Adolescenti dai 13 ai 19 anni |
Jonny
Logan è un personaggio dei fumetti umoristici, nato nel 1972 dalla fantasia
di Romano Garofalo e dalla matita di Leone Cimpellin.
Jonni
Logan è il protagonista di una scalcagnata banda di cacciatori di taglie.
Assieme al Professore, Ben Talpa, Dan Muscolo, Mago Magoz, si dà da fare
più che altro per sbarcare il lunario in una gara per lesistenza
sempre abbastanza precaria. Questo schema ripetitivo è, però, il
pretesto per una satira di costume che, a distanza di anni, è sempre di
grande attualità. Evidentemente le cose non sono poi cambiate di tanto...
Apparso agli inizi degli anni Settanta, ebbe immediatamente grande riconoscimento
di critica e di pubblico per due caratteristiche di assoluta novità nel
panorama del fumetto italiano:
- L'ambientazione delle storie in Italia,
in un un periodo di grande esterofilia, in cui si pensava che i fumetti per
funzionare dovessero essere ambientati negli Usa.
- La satira di costume
rivolta a un pubblico di lettori di 13, 14 anni: mai prima di Jonni Logan un fumetto
rivolto agli adolescenti aveva trattato temi difficili, come Colpo
di stato allitaliana, su un pericolo non tanto immaginario nellItalia
di quei tempi; Favorevole o contrario, sul controverso tema del divorzio;
La Mafia non esiste, come amenamente affermavano in tv anche politici
di un certo spessore; Tartassa agente delle tasse, su un tema attualmente
piuttosto dibattuto, e potremmo continuare in queste citazioni perche Jonni Logan
è stato, per certi versi, più di un fumetto: di mese in mese, di
uscita in uscita, ha rappresentato uno spaccato satirico e pungente
dellItalia del tempo e, più in generale, un affresco dei nostri vizi
e delle nostre virtù ( più gli uni che le altre...).
Jonni
Logan approdò anche in tv, nella fortunata serie di RaiDue Supergulp.
di
Romano Garofalo
Alcune
trame, brevemente:
1) La Befana Meccanica- N° 7 Gennaio 1973
6 Gennaio,
a casa dei CT arriva una befana meccanica. Si, proprio cosi' , una befana fatta
di viti e bulloni ha sostituito la vecchia cara vecchietta di una volta. I nostri
amici escono di casa e si accorgono di essere stati catapultati nel 2002, dove
la scienza e la tecnica hanno preso il sopravvento e ,in una societa' del genere,
non c'e piu' posto per affetti e sentimenti.
Gli uomini sono eliminati
" per legge" dopo i 40 anni perche' improduttivi, ed e' stata legalizzata
la caccia a poeti ,artisti e creativi in genere in quanto sovversivi dell'ordine
costituito.
Ma questa nuova organizzazione sociale avra' due fieri e
indomabili oppositori: la Befana e Babbo Natale , i due simpatici vecchietti che,per
necessita' di cose e come segno dei tempi, sono diventati due fieri antagonisti
che si oppongono con ogni mezzo a una societa' disumanizzata ed arida.
2) IL Ritorno del guerriero N 37 agosto 1975
Topolino , marine
degli Stati Uniti, ritorna dal Vietnam: schiere di patrioti americani vanno a
festeggiarlo al suo arrivo. Tutte le Tv sono pronte ad immortalare l' evento del
ritorno del reduce piu' popolare d' America, ma ecco la grande delusione : Topolino,
durante la sua prigionia, e' stato indottrinato dai Vietcong: come prima cosa
prende a calci Pluto " perche' la sua canina e servile fedelta' lo disgusta"
, poi inizia la sua fiera contestazione al sistema americano. Sconcerto di chi
vedeva in Topolino il simbolo dell'americano medio, buono , operoso, patriota
ed anticomunista : " Me l'hanno rovinato quei comunistacci dei Wietcong,
si dispera Minny "...
3) La strana clinica del Dottor Squarta
Squarta. N° 33 Marzo 1975
Un racconto sulla malasanita',o meglio
sulla buonasanita' per i paganti che gia' all'inizo della storia vengono premurosamente
ricoverati in stanze con aria condizionata, musica stereofonica, vista collina
ecc, mentre i mutuati vengono avviati ad un nastro eliminatore che,letteralmente,
li manda " fuori dai piedi ".
Nella clinica del Dottor Squarta Squarta
succede di tutto,scommesse tra gli infermieri su chi tira le cuoia piu' celermente,
solerti impresari di pompe funebri che vanno a prendere le misure al paziente
quando e' ancora vivo, interventi operatorii di bassa macelleria che terminano
sempre con l'arrivo di Don Trapassa, il prete che da' l'estrema unzione a passo..di
danza.
Le situazioni sono ovviamente estremizzate in chiave caricaturale,
ma la problematica del malfunzionamento sanitario e' un problema che appare reale.
4) IL Pubblicitario : N° 46 - maggio 1975
Il racconto
inizia con una breve cronistoria della pubblicita' : dagli esordi , " il
primo pubblicitario fu il serprente che indusse Eva ad acquistare una mela ",
fino ai giorni nostri in cui un pubblicitario pazzo e speculatore induce la gente
ai " falsi bisogni", come l'acquisto di un anello al naso ,di gran moda,
o
un leone in carne ed ossa: da passeggio, da guardia , addirittura fermacarte
.
La gente,infatti, appare il il necessario supporto del pubblicitario
, e' quasi il rovescio di una stessa medaglia, in una folle corse al consumo delle
cose piu' inutili,
in un gioco delle parti , quasi uno scambio di ruoli, in
cui non si capisce chi sia piu' insano di mente.
5) C'era una volta
una scuola...: N° 32 - Febbraio 1975
Come dice il titolo , questo
racconto fa una cronistoria della scuola dalle origini ai giorni nostri, caratterizzata
dai problemi di sempre: da una parte l'atteggiamento sempre un po' autoritario
e conservatore dei professori e dall'altra il tentativo degli alunni di ritagliarsi
con l'ironia e gli scherzi un po' goliardici uno spazio di liberta'.
Ma fino a quando non si arriva al fatidico 1968,
l'anno di rottura in cui
gli studenti contestano l' autorita', fanno manifestazione di piazza, si appropriano
degli spazi scolastici.
Insomma un grande vento di liberta' spira tra
le aule scolastiche e il ministero dell'istruzione si adegua e prende atto dei
problemi della scuola e della necessita' di riforme.
Ma poi il 69 passa,
si arriva agli anni 90 , i contestatori di allora si sono integrati, ora hanno
incarichi di prestigio, posizioni di potere e non contestano ..se stessi .
Intanto il ministero della istruzione continua a prendere atto dei problemi
della scuola e della necessita' delle riforme.
6) Colpo di stato all'italiana...
: N° 2 agosto 1972
Gli anni 70 erano anni difficili, da piu'
parti si vociferava di veri o presunti colpi di stato che,poi , in una occasione
, si sono anche concretizzati in un maldestro e pasticciato tentativo all'italiana,
come Jonny Logan aveva profeticamente intuito in questa storia in cui ritroviamo
politici della prima repubblica, vecchi arnesi del passato, nostalgici un po'
rincoglioniti , militari che amano giocare alla guerra, tutti poi finiti nei patrii
...manicomi.
7) La Mafia non esiste... : N°9 marzo 1973
Sembra qualsi surreale ma nel 1973, quando questo numero di Jonny Logan e'
uscito non era infrequente vedere qualche politico presentarsi in Tv ed affermare,
candidamente,che a lui non risultava esistere alcuna mafia e che era solo un'
invenzione dei giornali.
La storia parte ,pertanto ,da questo paradosso
per arrivare, dopo aver cercato di capire chi era Don Ciccio Bracalone protagonista
del racconto detto anche "pezzo da novanta" non si sa per qual motivo,
ad affermare in commissione antimafia che "la mafia non esiste" e chi
non ci crede ..lupara lo colga, letteralmente perche' l'unico non in linea con
la versione ufficiale viene eliminato.
8) Tartassa agente delle
tasse: N° 28 - Ottobre 1974
Gli Italiani, tornando dalle vacanze,
si ritrovano improvvisamemte tra i piedi, terrorizzati, Tartassa, l' agente delle
tasse: basterebbero queste parole per caratterizzare una storia che, nell 'immaginario
collettivo, evoca oscure ed ataviche paure che hanno direttamente a che fare con
quanto gli italiani hanno di piu' caro, dopo la mamma s'intende: il proprio portafoglio.
A loro scusante hanno certamente che Tartassa e' un sinisitro personaggio,
con dentini aguzzi, occhi iniettati di sangue e
un' insana voglia di tassare
, tassare , tassare...
Per di piu' sembra abbia una certa predilezione
a tassare i poveri piuttosto che i ricchi coi quali ha mano " rispettosa
e leggera", e quando tenta di tassare i piu' abbienti , secondo l'ormai celebre
motto che passera' certamente dalla cronaca alla storia " anche i ricchi
piangano" , finisce...in manicomio.
IL
DITO NELLA PIADA
di Graziano Frediani
Fino
a sessanta, cinquanta, quaranta anni fa (ma il conto alla rovescia potrebbe probabilmente
continuare sino a oggi), in Italia, tutto ciò che suonava americano
sembrava avere una marcia in più. Pur di fuggire dalle piccole, deprimenti
miserie quotidiane di casa nostra, ogni mezzo era buono. In questo senso, il fumetto
unarte autenticamente popolare, evasiva per definizione
era insuperabile nelloffrire sogni americani a buon mercato.
E che gli eroi messi in campo fossero nati (e vivessero) molto, molto lontano
da Sperlonga o da Cavarzere lo dimostravano, in primo luogo, i loro nomi, esotici
sì, ma spesso ingenuamente semplificati trasformando, magari, Sam
in Sem, Jack in Gek, Jim in Gim per non renderli ostici ai lettori meno
colti. Il più usato, il nome che suonava più americano
di qualunque altro, ovvero John, compariva sia tale e quale (pensate a Forza
John e John Arizona), sia nella variante vezzeggiativa (ed ecco
allora i vari Johnny Manila, Johnny Beat, Johnny
il Capellone, Johnny Honda, Johnny Karate, Johnny
Nero, Johnny Spingarda), sinché, a sparigliare le carte
in tavola, a rompere lincantesimo, non venne lui, il Johnny senza la acca,
il Johnny meno americano di tutti
Jonny Logan.
Nonostante le apparenze, Jonny Logan è un personaggio italiano, italianissimo,
e la dimostrazione vivente che, dietro i sogni da quattro soldi, dietro le velleità
da provinciali, dietro i mille, malinconici vorrei ma non posso da
cui sono cronicamente afflitti i figli del Belpaese (inteso anche nel senso del
formaggio), non è sempre tutto oro quel che luccica. Perché Jonny
Logan non è il nome vero di un eroe a stelle e strisce, ma lo pseudonimo
sgrammaticato di uno come noi: tale Giovanni Loganetti, un giovanotto di belle
speranze, che applica con ammirevole ostinazione la vecchia arte nazionale di
arrangiarsi. In una zona non certo lussuosa, alla periferia di una grande
città italiana, vive ed opera la Banda dei C. T., si leggeva nel
breve testo che presentava ai lettori n. 1 della collana, pubblicato dallEditrice
Dardo nel luglio 1972. Chi sono i C.T.? Ma i cacciatori di taglie, perbacco!
Uomini duri e spietati che braccano tenacemente i banditi per denaro, continuava,
in tono un po più epico, lanonimo estensore di quel manifesto
programmatico. Ma subito si correggeva, ridimensionando impietosamente lidentikit
dei sullodati C. T.: Se dobbiamo essere sinceri, i nostri poi tanto duri
non sono e nemmeno molto spietati, e in quanto a denaro, non è che ne vedano
molto. Da questo punto in avanti, laffresco si tingeva di una luce
inequivocabile: A capo della banda vi è il Professore,
così chiamato per una certa laurea in non sappiamo che cosa, ottenuta in
un luogo non ben definito, cioè a tutti sconosciuto. Punta di diamante
della ganga è Jonny
inventore di invenzioni che nessuno si sognerebbe
mai di inventare allinfuori di lui; danno poi lustro al gruppo, Mago Magoz,
illusionista e imbroglione a tempo perso, Ben Talpa, il protestatario
(si dice che ancora sia da nascere qualcosa che gli vada giusta) ed infine Dan
Muscolo, dalla intelligenza non certo tra le più pronte, ma dal cazzotto
facile. Inutile specificare che anche Ben Talpa e Dan Muscolo non sono quel
che sembrano, perché i nomi con cui risultano registrati allanagrafe
sono rispettivamente Benito Talponi e Danilo Muscolotti
Nellinsieme,
un quartetto di simpatici cialtroni, insomma.
Come lascia intendere quella
significativa acca in meno, nel mondo di Jonny Logan cè
dovunque qualcosa che non quadra. I muri sono sbrecciati, le strade dissestate,
le tubature gocciolanti, gli abiti rattoppati, i calzini puzzolenti, le scarpe
sfondate, le ascelle sudate, le bocche sdentate, le bellezze sfiorite, le pance
vuote (o troppo piene). E le legittime aspirazioni dei poveri diavoli sbattono
continuamente il muso contro la coriacea corazza della moderna società
dei consumi, dove lipocrisia, legoismo, la corruzione, le pastette
e gli inciuci la fanno da padroni assoluti. Qui, tutto è in bilico, niente
è in ordine, nessun miraggio mantiene le sue promesse. E lunico modo
per sopravvivere senza venire annientati è sfoderare larma del ridicolo,
dellironia, della battuta demistificante
Nellestate
del 1972, quando esordisce in edicola il primo numero di Jonny Logan,
lItalia è immersa sino al collo negli Anni di Piombo: gruppi eversivi
rossi e neri, bombaroli pilotati dai Servizi Segreti, sequestratori più
o meno anonimi, mafiosi collusi con il potere democristiano rendono latmosfera
caotica e inquietante, offrendo però molti pretesti succosi a che voglia
esercitare il suo senso critico ed esprimere la sua indignazione anche soltanto
(si fa per dire) in un albo a fumetti. Jonny Logan vede la luce così,
frutto dellincontro fra due talenti dei comics made in Italy (un disegnatore
già noto e apprezzato, rovigotto di nascita ma milanese dadozione,
Leone Cimpellin, e un promettente sceneggiatore riminese al suo battesimo del
fuoco, Romano Garofalo), accomunati dallamore per un umorismo dolce-amaro,
condito da un pizzico di sana follia.
Cimpellin, che si firma Ghilbert, affila
la sua matita, rendendola più corrosiva di quanto non fosse quando, sulle
pagine del Corriere dei Piccoli, illustrava le allegre peripezie dellincompreso
soldatino Gibernetta, dellirascibile centurione Tribunzio, del candido moschettiere
Gelsomino, del giornalista pasticcione Gigi Bizz, o dei futuristici amici Gianni
e Rob-8. E Garofalo elabora storie via via più vivaci, acute, demenziali,
dividendosi fra Milano e la nativa, amatissima Rimini, dove torna spesso e volentieri
a ricaricarsi le batterie, in mezzo a quel mare di piade, pinete e pedalò,
perché, sono parole sue, un fumetto non può estrinsecarsi
dallambiente in cui nasce, non può tagliare il cordone ombelicale
con la sua terra, con la sua gente, con le sue vicende. E da quel mondo
apparentemente piccolo, che però si rivela un osservatorio perfetto del
grande mondo circostante, rielabora in chiave satirica, sino ai limiti
del paradosso tanto episodi minimi di vita quotidiana, quanto eventi importanti
sbattuti in prima pagina dai giornali.
Visto
con il senno di poi, come ricorda lo stesso Cimpellin nel volume a cura di Davide
Barzi, pubblicato da Edizioni If nel 2002, che ricostruisce la sua lunga carriera,
spogliato dalle maschere delle ambientazioni statunitensi di altre serie,
Jonny Logan andava a rompere le scatole su usi e costumi tipicamente italiani,
e lo faceva senza metafore, con fendenti precisi. In un racconto, Garofalo fece
addirittura rapire il Papa!. Ma nelle vicende di questi volenterosi ma cialtroneschi
Cacciatori di Taglie cè anche molto di più, e potrete facilmente
scoprirlo da soli, leggendo (o rileggendo) i primi due episodi della serie, riproposti
in questo volume. Due commedie in miniatura, scritte e disegnate più di
trentanni fa (anche se non sembra) con la provocatoria intenzione di usare
il fumetto sia per divertire e divertirsi, sia per puntare il dito contro malesseri
e malcostumi diffusi, di fronte ai quali lo disse, a suo tempo, il critico
Carlo Brusati Jonny Logan si erge come un antidoto, nel senso che
è un eroe antieroe. Oppone alla violenza, al crimine legalizzato, ai soprusi,
agli eccessi, alla mafia, la sua furbizia latina, la sua abilità nel sapersi
trarre dimpaccio con il minimo sforzo, il suo buon senso, il suo dinamismo
di povero essere alle prese con gli stimoli della fame. Un problema che
tutti i Johnny (con la acca) precedenti non avevano, di certo, mai
dovuto affrontare.
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