King
Arthur
King
Arthur è il film avventuroso prodotto da Jerry Brukheimer, sceneggiato da David
Franzoni (Il Gladiatore, Amistad), con la regia di Antoine Fuqua, che dal 1 Ottobre
popola con successo le sale cinematografiche italiane. La storia si svolge intorno
al 460 d.c. (durante il periodo del dissolvimento dei confini dell'impero romano)
in Britannia, dove il romano Artù (interpretato da Clive Owen) - valoroso capo
delle truppe militari al servizio dell'impero - sta per realizzare il suo sogno
di ritornare alla pace e alla stabilità di Roma (da lui idealizzata come luogo
di civiltà, ordine, uguaglianza e libertà fra gli uomini), quindi restituire ai
suoi prodi cavalieri Lancilotto, Gaalad, Bors, Tristano, Galvano e Mordred - sarmati
di nascita e per questo obbligati a servire militarmente l'impero romano per 15
lunghi anni - la
tanto attesa libertà. Ma con il suo arrivo l'arcivescovo Germanius, piuttosto
che sancire ufficialmente lo scioglimento dei vincoli dovuti a Roma, obbligherà
Artù e i suoi ad un'ultima e gravosa missione: portare in salvo una nobile famiglia
romana che vive nel nord, dall'incombente minaccia dei temibili sassoni. Giunto
a destinazione Artù scopre le deplorevoli condizioni di schiavitù a cui è costretta
la popolazione dal nobile Marius, gli abusi, nel nome di Roma e dei valori cristiani,
a favore della corruzione, della perversione, del fanatismo e la prova tangibile
di ciò nell'esistenza di una cripta, dove vengono rinchiusi e abbandonati fino
alla morte i pagani ribelli. Qui Artù conoscerà semimorente Ginevra (interpretato
da Keira Knightley) , che avrà un ruolo centrale nelle vicende a seguire. Infatti
la giovane donna, ripresasi dalla precedente indigenza, si mostrerà bellissima,
seducente e determinata agli occhi del condottiero e lo condurrà nel bosco, dove
avrà luogo l'incontro- scontro con lo sciamano Merlino.
Aver per lunghi anni creduto e combattuto per una falsa causa porterà Artù ad
una sofferta crisi ideologica; ma il tempo incalza e i sassoni sono alle calcagna,
non resta che affrontarli in battaglia…
J. Brukheimer,
che per la realizzazione di King Arthur ha tenuto conto di recenti studi archeologici,
propone una versione del tutto dissonante rispetto alla tradizionale leggenda
di Artù e i cavalieri della tavola rotonda. La trama infatti, scarnificata degli
elementi eroico- fantastici, degli intrecci magico- religiosi, della complessità
psicologica dei protagonisti che caratterizzano la mitica saga, perde di fascino
e attrattiva. L'intento è quello di restituire realismo e veridicità storica a
personaggi e vicende totalmente avvolte nel mito. Tuttavia
la storia, sebbene trattata con originalità, perde per strada tale elemento, in
primo luogo perché risente degli echi dei film "Il Gladiatore" e "Braveheart"
(per quanto riguarda l'ideale della libertà), poi perché i protagonisti potevano
essere chiamati tranquillamente con altri nomi che quelli di Artù, Ginevra, Merlino
e company.
In
particolare la figura (affascinante, non solo bella) di Ginevra riassume in sé
le caratteristiche di Morgana, così come viene descritta - seppure con le dovute
cautele - nei romanzi, "La Signora di Avalon" e "Le nebbie di Avalon" di M. B.
Zimmerman; ovvero una donna combattiva, seducente, arguta e soprattutto pronta
a tutto pur di difendere una nobile causa.
Da non perdere la suggestiva battaglia
sul ghiaccio e la battaglia finale, appassionante e coinvolgente senza cadere
negli eccessi di violenza e sangue; di cui va dato merito alla sapiente regia
di Antoine Fuqua.
di
Helga Corpino