I
Simpson, il ventre onnivoro della Tv postmoderna
a
cura di Corrado Peperoni
Collana Grandi serie televisive americane diretta da Franco Monteleone
e Vito Zagarrio
Casa Editrice: Bulzoni
Anno: 2007
Pag: 290
Prezzo: Euro 20
L'elemento
caratterizzante del volume è l'approccio multidisciplinare
alla serie I Simpson che, oltre ad essere assolutamente originale
nell'ambito editoriale italiano, è semanticamente coerente
con la natura postmoderna della serie in analisi.
I Simpson hanno infatti saputo trovare ispirazione in linguaggi
e domini culturali ritenuti distanti da quelli che tipicamente alimentano
l'immaginario dei cartoni animati. Allo stesso modo, il volume studia
la serie da ambiti disciplinari dai quali non è consueto
approcciarsi all'analisi di un prodotto televisivo.
Accanto a saggi più classicamente massmediologici (analisi
della sceneggiatura, dell'audience, delle figure di Marge e Lisa
Simpson nella prospettiva dei gender studies
), sono quindi
presenti saggi che analizzano la serie da prospettive inconsuete:
l'architettura, la rappresentazione dei modelli di consumo, la traduttologia,
la psicologia dell'espressione delle emozioni primarie...
Indice
Premessa
di Corrado Peperoni
Dal fumetto al cartoon, andata e ritorno
di Giuseppe Cozzolino e Carmine Treanni
La
narrazione ne I Simpson
di Barbara Maio
Esprimere
l'emozione. L'unico vero reality show?
di Alessia Raineri
Chi
ha paura dell'uomo giallo?
di Silvia Moras
Marge
e Lisa: ritratti di signore
di Manuela Marziali
The
Simpsons
lost in translation?
di Federica Bologna
Learning
from Springfield: Architettura e design nel mondo de I Simpson
di Mauro Corsetti
Homer,
un outsider dell'arte
di Reva Wolf
Una
famiglia di consumatori animati
di Massimo Lori
The
$impsons©
di Corrado Peperoni
Il
pubblico dei Simpson attraverso l'analisi dei dati di ascolto
di Geraldina Roberti
Bibliografia
Biografie degli Autori
Abstract dei saggi
Giuseppe
Cozzolino, Carmine Treanni
Dal fumetto al cartoon, andata e ritorno
Ogni puntata de I Simpson rimanda ad un sistema di simboli e riferimenti
della cultura pop, in particolare quella dei fumetti della Golden
e della Silver Age. Nel ciclo La Paura fa Novanta/Treehouse of Horror
oltre alla ovvia citazione di TV-Show come Twilight Zone e Night
Gallery, è fin troppo palese il richiamo ai fumetti horror
della EC comics (Tales from the Crypt, Tales of Terror, Weird Science)
e a quelli Warren (Creepy, Eerie). Allo stesso modo le avventure
che vedono protagonisti Bartman e Radioactive Man sono la rilettura
grottesco-bizzarra dei supereroi Anni Trenta-Sessanta. In queste
dinamiche è evidentemente fondamentale la formazione di Matt
Groening come fumettista (il suo Life in Hell è uno straordinario
esempio di fumetto satirico-underground).
Ne I Simpson ricorrono poi vari riferimenti a nuclei familiari "bizzarri"
della storia del fumetto USA, da Blondie & Dagoberto a The Addams
Family. Per questo l'adattamento a fumetti non può considerarsi
un'appendice della serie quanto piuttosto un ritorno alle origini,
una semplificazione che tuttavia risulta stuzzicante e ben congegnata,
forse più paragonabile all'esperimento cartoon nei cartoon
di "Grattachecca e Fichetto".
Barbara
Maio
La narrazione ne I Simpson
Nel saggio, attraverso l'analisi di singoli episodi, si esamina
come la struttura narrativa della serie venga costruita in un percorso
immutato e reiterato nel corso delle stagioni. La prospettiva adottata
è quella dello strutturalismo russo, con riferimenti all'opera
di Propp ed alla sua morfologia del racconto, ovvero il legame preparazione/complicazione/trasferimento/lotta/ritorno/trasferimento.
Ulteriori riferimenti rimandano alla scrittura narrativa seriale
per illustrare come I Simpson, pur essendo un cartoon, utilizzino
una struttura narrativa tipica delle sitcom.
Alessia
Raineri
Esprimere l'emozione. L'unico vero reality show?
Il saggio svela come le scelte grafiche della serie, esteriormente
grottesche, abbiano in realtà contribuito a quel realismo
simpsoniano sottolineato da gran parte della critica e consapevolmente
perseguito dagli autori.
In particolare, partendo dalle teorie di Ekman e Friesen sull'espressione
delle emozioni primarie, si dimostra la forte corrispondenza tra
i tratti macroscopici delle espressioni delle cinque emozioni primarie
nel viso di Homer (scelto in quanto il personaggio più versatile
e complesso della serie) e quelli ricavati dagli studi sull'espressione
delle emozioni su volti umani.
Anche il disegno, e soprattutto l'espressività dei volti
dei protagonisti della serie, ha quindi contribuito alla capacità
della serie di coinvolgere il pubblico e portarlo ad un'immedesimazione
mai prima riscontrata in un cartone animato.
Silvia
Moras
Chi ha paura dell'uomo giallo?
Il saggio approfondisce il gioco di citazioni e richiami alla produzione
cinematografica e televisiva di genere negli special di Halloween,
La paura fa novanta.
Questa sorta di serie nella serie omaggia sapientemente, con un
linguaggio ricco e complesso, il cinema horror e fantascientifico,
più o meno conosciuto, già a partire dai titoli di
testa, per proseguire nella colonna sonora, nelle inquadrature e
nella sceneggiatura, realizzando veri e propri remake. È
importante sottolineare che della produzione di genere non si mutuano
solo i temi, ma anche lo spirito di metaforica denuncia socio-politica
e il carattere critico nei confronti della dottrina economica e
delle istituzioni, come avviene ad esempio nell'ultimo La paura
fa novanta XVII (ancora inedito in Italia) in cui un'invasione aliena
è il pretesto per una sarcastica critica dell'occupazione
dell'Iraq da parte degli Usa.
Manuela
Marziali
Marge e Lisa: ritratti di signore
Il saggio studia la rappresentazione dell'universo femminile nel
mondo simpsoniano, attraverso le figure di Marge e Lisa. La prima,
ribelle da adolescente ma col pallino del vero amore diviene, da
adulta, madre chioccia e donna soffocata. Ma a suo modo anticonformista,
nel suo non rinunciare alla famiglia per la vita professionale.
Madre-ponte fra due generazioni che faticheranno a riconoscersi
quando Lisa si rifiuterà di fare da balia al suo uomo, attenta
a non ripercorrere gli stessi sentieri della madre, senza mai smettere
di amarla
Federica
Bologna
The Simpsons
lost in translation?
"La traduzione non può prescindere dalle differenze
culturali tra i popoli che parlano entrambe le lingue coinvolte
nel processo traduttologico".
Partendo da questo assunto fondamentale, nel saggio vengono poste
a confronto la versione originale de I Simpson e la sua traduzione
italiana, al fine di sottolineare le differenze tra le due versioni
ed evidenziare cosa (e quanto) vada perso (residuo traduttivo).
A sostegno delle conclusioni presentate nel saggio, e stante la
bibliografia pressoché inesistente in questo ambito, è
stata effettuata un'approfondita intervista con Elena Di Carlo,
traduttrice della serie, di cui vengono riportati i passi fondamentali.
Mauro
Corsetti
Learning from Springfield: Architettura e design
nel mondo de I Simpson
Il saggio offre un punto di vista alternativo sul mondo de I Simpson,
cercando di evidenziare come i diversi elementi architettonici presenti
nella serie contribuiscano alla costruzione narrativa ed alla caratterizzazione
dei personaggi.
Dall'analisi della città di Springfield, urbanisticamente
e stilisticamente progettata come la più classica ed anonima
cittadina statunitense (la topografia cardo-decumanica, la Main
St., la zonizzazione tipologica, i grandi Malls
) il saggio
prosegue scendendo di scala, entrando nei luoghi in cui i Simpson
vivono: l'arredamento della casa e la caratterizzazione dei personaggi
in relazione agli arredi di cui si circondano (es. Homer è
un sempliciotto che si accontenta di divano, tv e di un'amaca in
giardino; Lisa, al contrario, è intelligente e raffinata,
si accomoda sulla seduta ergonomica Stokke e studia sul computer
iMac).
In chiusura una breve panoramica dei riferimenti più "gustosi",
disseminati nelle 18 stagioni della serie, dalle citazioni dell'architettura
di Frank LLoyd Wright, alla parodia dell'Ikea (che diventa il magazzino
Shøp), all'evoluzione del design attraverso i ricordi dei
personaggi (es. la stanza di Homer negli anni Settanta, con i poster
dei Pink Floyd e la lampada lavica), fino alla puntata che annovera
come special guest l'architetto canadese Frank O. Gehry.
Reva
Wolf
Homer, un outsider dell'arte
L'episodio Mom & Pop Art, in cui Homer si scopre artista underground
ed espone le sue opere in una galleria, fornisce molti spunti per
una riflessione sul mondo dell'arte moderna, le sue ambiguità
ed i suoi incerti confini. Dall'irrinunciabile riscontro commerciale
che oggi un'opera deve avere perché possa fregiarsi del titolo
di 'arte', fino ai sempre più nebulosi steccati tra cultura
(arte) alta e cultura bassa
come può una striscia a
fumetti dell'autore de I Simpson, Matt Groening, essere esposta
nel museo d'arte moderna?? Se lo chiede Homer in una delle innumerevoli
scene autoreferenziali della serie
ed il saggio riflette sul
senso che una domanda di questo tipo ha nello scenario artistico
contemporaneo.
Massimo
Lori
Una famiglia di consumatori animati
Il saggio si sofferma sulla rappresentazione che I Simpson forniscono
di un'esperienza, individuale e collettiva, assolutamente centrale
dell'American way of life: il consumo.
Assumendo come oggetto d'analisi i comportamenti di consumo dei
protagonisti della sitcom, e la descrizione dei principali luoghi
di consumo (negozi al dettaglio, centri commerciali, stabilimenti
produttivi, ecc.), il saggio evidenzia come gli autori della serie
riescano a fornire una rappresentazione caricaturale ma tutt'altro
che astratta della realtà sociale americana. Homer è,
ad esempio, il ritratto del consumatore compulsivo, preda del fascino
ammaliante del mondo degli oggetti; Lisa, per la sua sensibilità
ambientalista, è l'emblema del consumatore responsabile che
orienta le proprie scelte in base a valutazioni di ordine etico
Corrado Peperoni
The $impsons©
Dal contesto competitivo in cui si muove la Fox alla fine degli
anni Ottanta, al riposizionamento del prodotto 'animazione', che
viene adultizzato. Un rischio calcolato, in un periodo in cui i
babyboomers, la prima generazione di bambini cresciuta guardando
cartoni animati in televisione, raggiunge i trenta anni e diventa
target ideale per questo nuovo tipo di cartone animato.
La conseguente apertura di segmenti di mercato inesplorati, da invadere
con il merchandising della serie, unita alla attenta gestione della
Fox nella concessione delle licenze, da un ulteriore livello di
esistenza a The Simpsons che alle ormai indiscutibili vesti di capolavoro
dell'animazione aggiunge così quelle di brand.
Geraldina
Roberti
Il pubblico de I Simpson attraverso l'analisi
dei dati di ascolto
Il saggio indaga l'universo multiforme degli appassionati de I Simpson,
mettendone in evidenza peculiarità ed anomalie rispetto al
complesso della popolazione televisiva.
Dopo una prima analisi delle trasformazioni del pubblico della tv,
sempre più segmentato ed imprevedibile, si passa alla scomposizione
della platea della serie in base alle consuete variabili socio-demografiche,
così da evidenziarne i target di elezione anche in relazione
al profilo complessivo del pubblico delle rete ospitante. Attraverso
l'esame dei dati Auditel si ripercorre quindi l'andamento degli
ascolti del programma a partire dal 2001, monitorando le eventuali
trasformazioni del suo pubblico di riferimento.
Sulla scorta delle rilevazioni fornite da Auditel, si tenta infine
di dimostrare come una delle cause del successo della serie sia
da ricercare proprio nella sua capacità di parlare a due
target differenti, quello dei bambini - inseriti nelle coorti degli
8-14enni - e quello dei giovani-adulti - compresi fra i 15 ed i
24 anni.
Biografia
del Curatore
Corrado Peperoni (Roma, 1972), dopo la specializzazione in
Scienze della Comunicazione presso l'Università La Sapienza
di Roma, affianca all'attività di ricercatore statistico
presso l'Istat quella di studio e ricerca nell'ambito dei TvStudies,
presso il Dams dell'Università RomaTre, e quella di scrittura
per il settore pubblicitario. Collabora come conduttore ed in redazione
per la striscia UniversoCinema, in onda su ComingSoon Television
nella stagione 2003/2004. Tra le ultime pubblicazioni nell'ambito
dei TvStudies: I Simpson, in Cult Series (a cura di Franco Monteleone,
Dino Audino, 2005) e Buffy, non si è sole sulla bocca dell'inferno,
in Buffy, legittimare la cacciatrice (a cura di Barbara Maio, Bulzoni,
2007)
CONTATTI:
Corrado Peperoni
corrado_peperoni@yahoo.it
serietv@bulzoni.it
Collana Grandi serie televisive Americane
La collana nasce dalla volontà di approfondire un fenomeno,
quello della serialità televisiva americana, che ha oggi
il merito di documentare il delicatissimo passaggio d'epoca della
nuova Età dell'Ansia, attraverso sceneggiature sofisticate
e interpretazioni di notevole spessore. Rispetto ad altre stagioni,
ineguagliabili, del cinema e della letteratura, le grandi serie
televisive americane si ergono così a testimoni di un'intera
epoca, non solo per la capacità di osservarla e raccontarla
con sguardo lucido e voce autorevole, ma anche per l'intatta e insuperabile
attitudine ad intrattenere grandi masse di spettatori.
La collana si apre nel settembre 2007 con il volume dedicato a I
Simpson, al quale seguiranno nel 2008 quelli dedicati a Buffy ed
a Lost.
Dirigono
la collana:
Franco
Monteleone, Professore di Storia e Critica della Radio e della Televisione
all'Università di Roma Tre, Facoltà di Lettere e Filosofia,
Corso di Studi in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
(DAMS) e Scienze della Comunicazione. Ex dirigente Rai, ha pubblicato
La Radio Italiana nel periodo fascista, Marsilio 1976; Storia della
RAI dagli Alleati alla DC , Laterza 1980; Storia della Radio e della
Televisione Italiana, Marsilio 1992; La radio che non c'è,
Donzelli 1995; L'emergenza telematica, Marsilio 1996; ha inoltre
curato i volumi Cult Series (Audino, 2005) e Televisione Ieri e
Oggi (Marsilio 2007). Attualmente dirige per l'editore Bulzoni anche
la collana di "Comunicazione e Spettacolo".
Vito
Zagarrio, Professore ordinario di Filmologia presso il DAMS dell'Università
Roma Tre.
Regista e storico del cinema ha scritto e curato diversi volumi
sulla televisione e sul cinema italiano e americano tra cui Overlooking
Kubrick (Audino, 2006), John Waters (Il Castoro, 2005) L'anello
mancante. Storia e Teoria del Rapporto Cinema-Televisione (Lindau,
2004), Cinema e Fascismo. Film. Modelli. Immaginari. (Marsilio,
2004), CinemaTv. Film, Televisione, Video nel nuovo millennio (Lindau
2004), Francis Ford Coppola (Il Castoro, 2004), Cinema Italiano
Anni Novanta (Marsilio, 2001), Frank Capra: Authorship and the Studio
System (Temple University Press, 1998), Non solo Hollywood. Percorsi
e Confronti del Cinema Centenario (Bastoni, 1996).
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